IL CASO

Chiesto il fallimento della «Neverland»

Debiti per oltre 500 mila euro; per i clienti dell’agenzia viaggi non ci sono speranze di essere risarciti



BOLZANO. «Non c’erano alternative: abbiamo chiesto il fallimento della Neverland. Nel giro di un paio di settimane il giudice dovrebbe decidere». Così l’avvocato Francesco Coran, legale di Laura Seppi, titolare dell’Agenzia viaggi chiusa dal 26 giugno, quando decine di clienti infuriati si sono presentati davanti all’ufficio di via Torino, dopo aver scoperto alla vigilia di partire per le vacanze di essere stati beffati.

Avevano versato l’acconto o, addirittura, saldato il conto per voli, soggiorni in Italia e all’esterno, viaggi a New York e in Paesi esotici, che non faranno mai perché la Neverland non ha provveduto a versare quanto incassato a compagnie aeree e tour operator. «Abbiamo fatto i conti - spiega l’avvocato Coran - ci sono oltre 500 mila euro di debiti. La Neverland è una sas, ovvero una società in accomandita semplice. Ciò significa che dei debiti, oltre alla ditta, risponde direttamente anche la titolare».

La situazione finanziaria sia dell'agenzia che della titolare inducono a pensare che sia davvero difficile pensare ad un risarcimento per i clienti beffati - duecento coloro che si sono rivolti al Centro europeo consumatori e un centinaio quelli che hanno presentato denuncia a carabinieri, polizia, guardia di finanza -.













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