Chiusa l’Oca bianca Al suo posto un altro “sushi bar”

Dopo 12 anni piazza Erbe saluta uno dei suoi simboli storici Affitto troppo alto. Apre l’ennesimo ristorante giapponese


di Alan Conti


BOLZANO. Gli affitti stringono la tenaglia sugli esercenti locali e cambiano il volto del Centro storico. La chiusura di un ristorante di tradizione come l'Oca Bianca di piazza Erbe affonda le radici nell'impossibilità di sostenere certe pretese del locatore dell'immobile. Richieste soddisfatte dal nuovo locale in arrivo: il ristorante thailandese e giapponese Kokomi. La legge della domanda e dell'offerta, insomma, modifica i simboli cittadini lasciando a guardarsi intorno ristoratori radicati come Alessandro “Alex” Grezzani e il socio Fulvio Gutterer che hanno condotto l'Oca Bianca per dodici anni. «Il motivo della chiusura è assolutamente gestionale e non è legato all'andamento di un ristorante che ci ha sempre dato delle soddisfazioni». Sono centinaia, infatti, i bolzanini che hanno legato a quei tavoli il ricordo di una cena, di un battesimo, un matrimonio o anche solo una ricorrenza.

«Purtroppo non abbiamo trovato un accordo sulla retta d'affito alla scadenza del contratto con i proprietari privati delle mura. Spiace molto, ma abbiamo dovuto prendere questa decisione». Il ristorante sostituì un vecchio panificio, ma inizialmente non decollò. La svolta è stata proprio l’arrivo della società Rufus di Grezzani e Gutterer (e altri due soci poi distaccati). La filosofia è sempre stata quella della cucina italiana popolare di qualità. Piatti non semplici da trovare sulla piazza cittadina. Dai bigioli all'anatra ai pici alla chianina o passando per la tartara, le tagliatelle allo zafferano, il riso agli asparagi con prosciutto crudo, il musso con la polenta e la salsa bolzanina: un viaggio dello Stivale dentro a un menù. Fuzionava anche la declinazione più marittima con pietanze come lo scoglio e la paella. Persino il marchio era praticamente un brand nel capoluogo, con quel nome che strappava simpatia e rimaneva in testa. Il cambio di questi giorni, insomma, lambisce anche la cultura culinaria e la sua storia nella città. Un altro tassello di una piazza Erbe che cambia in ogni sua declinazione, a partire da quei banchetti che stanno progressivamente perdendo l'origine strettamente altoatesina.

Sui social network, intanto, la chiusura è stata presa con una certa sorpresa e delusione dai clienti. Con quella sensazione di chi vorrebbe dare una mano ma non sa come fare. In realtà non tutto è perduto e una nuova riapertura potrebbe arrivare presto. «Smettere di lavorare non si può – sorride Grezzani – quindi ci stiamo guardando intorno senza fretta. Certo, dispiace chiudere un ristorante a cui abbiamo legato una bella fetta della nostra vita professionale, ma sono cose che accadono in questo lavoro». I bolzanini incuriositi e in attesa sono tanti: pronti ad essere fedeli forchette di una tradizione che non vogliono vedere sparire.

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