«Ci difenderemo con la dignità degli onesti»

L’avvocato Brandstätter: «Gli atti confermano che nel comportamento del presidente non ci fu dolo»



BOLZANO. «Secondo me c’erano tutti i presupposti per disporre il rinvio a giudizio dell’ex presidente Durnwalder per un approfondimento dibattimentale. Penso sia giusto che si sia deciso di fare un processo per cercare di chiarire come siano stati utilizzati questi soldi. Abbiamo contestato il peculato perchè la Procura ritiene che vi sia stato un indebito utilizzo del fondo riservato». E’ stato questo il primo commento a caldo del procuratore Guido Rispoli dopo il rinvio a giudizio disposto dal giudice Schönsberg. Nella requisitoria il procuratore ha fatto più volte riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione del 2009 che ribadisce un principio cardine di fondo: in via generale per poter utilizzare fondi pubblici è necessaria a priori una giustificazione contabile «puntuale, coeva e verificabile». In caso contrario - ha sancito la Cassazione - l'utilizzo di soldi pubblici configura il reato di peculato». I difensori di Durnwalder (che avevano chiesto il pieno proscioglimento del loro assistito) tutto sommato si aspettavano il provvedimento. Nessuno fa drammi. «Affronteremo il dibattimento con la dignità e la sicurezza delle persone oneste - ha commentato l’avvocato Domenico Ajello - in otto anni non c’è stato un solo centesimo distratto dalle casse della Provincia a favore del patrimonio personale del presidente Durnwalder. Non vedo proprio come questo possa , anche nell’immaginario collettivo, determinare una responsabilità penale». «Dagli atti emerge chiaramente che nel comportamento di Durnwalder non c’è mai stato dolo - spiega l’avvocato Gerhard Brandstätter - chi volesse dolosamente appropriarsi dei soldi pubblici non fa certo quello che ha fatto il presidente Durnwalder che ha elargito delle somme previste dalla legge con il fondo riservato in occasioni pubbliche e sempre nell’esercizio delle sue funzio ni istituzionali, tenendo meticolosamente la relativa contabilità. E’ la propria provata che nessuno voleva sottrarre dei soldi . Altrimenti Durnwalder non avrebbe certo fornito una documentazione così analitica». «In secondo luogo - puntualizza ancora l’avvocato Brandstätter - riteniamo che i 70 mila euro l’anno del fondo riservato (previsti dalla normativa provinciale e controllati dalla Corte dei Conti anno per anno) non possono costituire un danno al patrimonio pubblico. Tra il resto , come ammette la stessa Procura, nelle tasche del presidente non è finito un solo centesimo». (ma.be.)

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