Bolzano

Ciclista aggredita e rapinata, pena di sei anni 

Nigeriano condannato con rito abbreviato. Nell’ottobre di tre anni fa aggredì e derubò una bolzanina che stava andando al lavoro in bici. Disposta una prima parte di risarcimento (20 mila euro) rimasta per il momento lettera morta


Mario Bertoldi


BOLZANO. Era il 10 ottobre 2018 quando un giovane nigeriano, in Alto Adige con un permesso di soggiorno per motivi umanitari, aggredì poco prima delle cinque del mattino una donna di 66 anni che stava andando al lavoro in bicicletta. L’aggressione avvenne lungo la pista ciclabile di via Galilei poco distante dal centro commerciale «Twenty». La donna venne afferrata con forza dal nigeriano (che aveva 33 anni) mentre passava in bicicletta, agganciata ad un braccio e trascinata a terra. Si trattò di un episodio grave che evidenziò anche la pervicacia dell’aggressore nel colpire la donna che venne trascinata sulla pista ciclabile per qualche metro dato che opponeva resistenza.

Nella caduta a terra la malcapitata riportò la frattura di un femore. Il giovane nigeriano non si curò minimamente di lei, la lasciò in mezzo alla pista ciclabile dolorante a terra e la donna fu soccorsa dopo qualche minuti da altri ciclisti di passaggio e da una pattuglia dei carabinieri che allertò immediatamente il 118.

Il rapinatore abbandonò la zona impossessandosi del telefono cellulare della vittima che intendeva probabilmente vendere entro poche ore. La donna riuscì però a fornire ai carabinieri una descrizione molto dettagliata dell’aggressore sulla base della quale i carabinieri riuscirono in circa mezz’ora ad individuare l’autore del colpo. Il colpevole venne infatti individuato mentre viaggiava a bordo di un autobus del servizio urbano. Il mezzo fu bloccato e l’aggressore tratto in arresto. Addosso aveva ancora il telefono cellulare sottratto poco prima.

Nel corso di una perquisizione i carabinieri rinvennero addosso allo straniero anche un secondo telefono cellulare probabilmente sottratto in una seconda rapina. Per la prima rapina (quella ai danni della signora che riportò anche la frattura di un femore), ora il giovane ha rimediato una condanna a sei anni di reclusione. Il processo si è svolto con rito abbreviato davanti al giudice Andrea Pappalardo.

Il colpevole è attualmente in carcere ed è stato condannato anche al pagamento di una provvisionale (cioè di un anticipo) di 20 mila euro a titolo di risarcimento danni che dovranno essere quantificati in via definitiva in sede civile. Nel processo la donna si è costituita parte civile con l’assistenza professionale dell’avvocato Miki Eritale. Il 24enne ha dovuto rispondere di lesioni personali gravi e rapina.

La vittima dell’aggressione riportò infatti lesioni che guarirono in 90 giorni.

Il tribunale ha ritenuto i fatti gravi, proprio a seguito del “modus operandi” dell’imputato al quale, in fase di giudizio, sono anche state negate le attenuanti generiche. In sentenza il giudice dispone anche il versamento alla parte lesa di 4 mila euro a titolo di rimborso delle spese legali sostenute per la costituzione di parte civile. Complessivamente, dunque, al momento il nigeriano dovrebbe sborsare 24 mila euro.

In realtà, come spesso accade in casi come questi, la parte lesa non ha ancora ottenuto un solo centesimo dato che l’aggressore risulta nullatenente.

L’unica speranza per la bolzanina aggredIta è di essere ammessa ad ottenere il risarcimento disposto dal giudice facendo ricorso al fondo previsto, alimentato dallo stato, per gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari.













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