Codice etico, nuove regole per avere i contributi

Attività culturali: la giunta provinciale ha approvato il regolamento di attuazione Lampis: Si vuole migliorare la trasparenza. Niente incarichi retribuiti ai familiari



BOLZANO. Via libera, nell’ultima seduta della giunta provinciale, al regolamento di attuazione della legge sulle attività culturali: s’introducono nuovi criteri che semplificano le procedure per l’erogazione di contributi alle associazioni culturali e s’introduce il codice etico che dovrebbe contribuire ad aumentare correttezza, efficienza e trasparenza nella gestione.

Per le organizzazioni più grandi e complesse vi sarà maggiore certezza dei finanziamenti pubblici provinciali grazie alla nuova possibilità di richiedere contributi pluriennali e grazie al nuovo sistema delle assegnazioni, che elimina il bisogno di ricorrere alle banche.

Accanto alle organizzazione storicamente sostenute dall’ente pubblico (cioé le associazioni e le cooperative culturali) sono ora possibili anche finanziamenti per le cosiddette Ats, cioè le associazioni temporanee di scopo, già riconosciute con successo dalle normative di altre regioni italiane; le persone singole, portatrici di progetti condivisi e particolarmente attive nei territori periferici in cui non ci siano associazioni, oltre alle case editrici.

L’articolo 5 del regolamento introduce il codice etico. «Un complesso di norme - dice Antonio Lampis, direttore della ripartizione cultura della Provincia - giuridicamente non vincolanti, che indicano però ai beneficiari alcuni obiettivi».

Si parte con l’invito a contenere “nel limite del possibile le spese di pubblicità nei media, le spese di rappresentanza e per le missioni” e si passa poi all’indicazione etica ad “evitare, salvo necessità temporanee, assunzioni o affidamento di incarichi retribuiti a parenti e affini entro il quarto grado, ai coniugi o ai conviventi di fatto, di coloro che fanno parte della dirigenza o degli organi direttivi”.

E se uno se ne infischia del codice etico e assume sua figlia? «Non è illegale - dice Lampis - ma poco etico: se ne tiene conto nel giudizio globale sulla trasparenza e quindi nella misura del contributo che verrà erogato». Tra le indicazione c’è anche “il sostegno all’occupazione giovanile, evitando di attribuire incarichi retribuiti di qualsiasi natura a soggetti già in pensione”. Oltre all’invito ad evitare “con risorse pubbliche e/o negli spazi finanziati con tali risorse, eccessi di pubblicità commerciale, stampa o uso di strumenti di telecomunicazione per propaganda elettorale”.

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