«Come ti vedo» smonta i pregiudizi 

Al Centro Trevi la mostra fotografica realizzata da Ivo Corrà con ragazze e ragazzi richiedenti asilo



BOLZANO. In tempi di chiusure di porti, caccia allo straniero, odio social e soffocanti muri “sovranisti”, a volte c’è bisogno di una boccata d’aria fresca. Di uno sguardo diverso. Se sentite queste esigenza, fate un salto al Centro Trevi (in via Cappuccini 28) dove per tutto il mese di ottobre si può vedere la bellissima mostra fotografica “Come ti vedo”, realizzata da Ivo Corrà con alcuni migranti che hanno partecipato al progetto d’integrazione “Tornare protagonisti”. Con Corrà, noto fotografo altoatesino, si sono confrontati con il mondo della fotografia davanti e dietro l’obiettivo. Il risultato è sorprendente: le immagini sono belle, forti, intense. E ci fanno capire l’ingiustizia (e la stupidità) dei pregiudizi.

La mostra, come detto, è stata realizzata all’interno di “Tornare protagonisti”, un progetto di integrazione socio-economica e culturale sostenuto dalla Ripartizione cultura italiana e realizzato in collaborazione con CLS-Voltaire, Caritas, Centro di coordinamento Formazione continua sul lavoro e orientamento professionale, Associazione Donne Nissà. Rivolto espressamente a cittadini richiedenti asilo, il progetto ha coinvolto 25 ragazzi e ragazze ospiti delle case di accoglienza della Caritas, «per cui - spiegano i promotori - si è voluto avviare, ma anche rinforzare, un reale processo di integrazione e inclusione, attraverso la sperimentazione formativa in ambiti diversi, necessari e altrettanto complementari».

Il percorso formativo ha infatti previsto la partecipazione dei giovani migranti a moduli articolati in: apprendimento linguistico, educazione alla cittadinanza, ricerca lavoro, sicurezza sul lavoro, conoscenza dei servizi territoriali, corsi professionalizzanti nel settore della ristorazione, formazione professionale in tecniche di officina meccanica, tirocinio retribuito e, non da ultimo, il percorso fotografico ideato da Ivo Corrà, noto fotografo altoatesino. Il percorso si è sviluppato in dieci incontri per avvicinarsi alla fotografia come strumento narrativo, di indagine, di confronto e di comprensione, durante i quali i protagonisti hanno imparato a conoscere e a conoscersi, alternandosi nel ruolo di fotografi e modelli.

L’atto fotografico è diventato mezzo per fare propria la realtà che si sta vivendo e per vedere la nostra società, la nostra cultura, il nostro modo di vivere con occhi nuovi. Ed è utilizzando la purezza del loro sguardo che si sono realizzate le immagini fotografiche, immagini che al contempo a noi permetteranno di ri-vederci attraverso lo sguardo “dell’altro”.















Altre notizie

bolzano

Primo giorno al Lido: con lo "spazio giovani"

Invariate le tariffe. In funzione i due bar, resta chiuso il ristorante. A disposizione i campi di calcetto, basket, beach volley. Andriollo: «C’è un cambio generazionale anche tra gli utenti» (foto DLife)


antonella mattioli
il rimpatrio

Chico Forti, il grande giorno: di nuovo in Italia. «Non vedo l'ora di riabbracciare mia madre»

L'aereo con a bordo il 65enne trentino, condannato all'ergastolo in Florida per omicidio, è atterrato a Pratica di Mare. Visibilmente commosso ha ringraziato la presidente Meloni (foto Ansa)

IL RITORNO. Arrivato a Roma dopo 24 anni di detenzione in America
LA RICHIESTA. I legali: "Subito istanza per vedere la mamma"
IL PENITENZIARIO. A Rebibbia prima del trasferimento a Verona. Fugatti: "Presto potremo abbracciarlo"
L'ANNUNCIO. Oggi il rimpatrio di Forti. "Per me comincia la rinascita"

LO ZIO GIANNI. "Chance di nuova vita dopo una lunga battaglia"
NORDIO.
 "Straordinario traguardo politico e diplomatico"
LA SCHEDA. L'imprenditore surfista che vinse da Mike in tv accusato di omicidio a Miami

Attualità