Commercio in Zona, la Provincia apre 

Da oggi in Consiglio il bilancio 2018. Tra le novità, le regole per i negozi. L’Unione: c’è equilibrio



BOLZANO. La Provincia allarga leggermente le maglie rispetto al divieto di commercio al dettaglio nelle zone produttive previsto dalla legge del 2016. È questo uno dei temi del disegno di legge 146/17 «Disposizioni collegate alla legge di stabilità 2018» di cui inizierà oggi la discussione in consiglio provinciale, insieme agli altri due disegni di legge che costituiscono la manovra di bilancio per il 2018. Come riferito dal presidente Arno Kompatscher nella relazione in aula della scorsa settimana, il bilancio provinciale per il prossimo anno si attesta su 5,958 miliardi di euro, con una quota spendibile di 5,005 miliardi. Rispetto al 2017 la disponibilità di bilancio segna una leggera flessione, meno 0,1%, pari a 3 milioni di euro. La norma sul commercio al dettaglio prevede l’individuazione e la previsione «nel piano urbanistico delle aree destinate all’esercizio del commercio al dettaglio da inserire nelle zone produttive destinate all’espansione dei centri abitati». Perché questa novità, dopo anni di intransigenza? È stato spiegato che si attende a inizio anno il responso della Corte costituzionale sulla legge provinciale del 2016, che ha ribadito il no provinciale alle liberalizzazioni, e c’è il timore di una bocciatura. Ecco allora una norma che apre, ma solo un po’ e per questo non vede l’Unione commercio sulle barricate. Al contrario, il presidente Walter Amort spiega: «Di fronte al rischio della bocciatura del divieto assoluto, la Provincia, come la Lombardia, prova una via ragionevole. Nel 7 bis ci sono i mezzi per limitare il commercio al dettaglio nella Zona». È ammesso, viene specificato, «solo quando non esistano aree disponibili e di adeguate dimensioni all’interno del centro storico, delle zone residenziali e delle zone di riqualificazione urbanistica». È richiesta la presentazione da parte dei proponenti di una serie di studi dettagliati, ma oltre a questo la giunta provinciale verifica, tra l’altro, se l’eventuale individuazione garantisca «la tutela della salute, dei lavoratori, dell'ambiente, ivi incluso l'ambiente urbano e il mantenimento e la ricostruzione del tessuto commerciale tradizionale». Commenta Paul Köllensperger (M5S): «La norma sembra ancora una volta anti Aspiag e di difficile attuazione». C’è infatti un passaggio che sembra ritagliato su misura per il braccio di ferro sul maxi cantiere Aspiag. Nella legge collegata alla stabilità sono previste anche norme per la radicale semplificazione delle procedure per la trasformazione di immobili pubblici e privati destinati all’accoglienza dei richiedenti asilo. Arrivano i 35 euro di sanzione per chi non si presenta senza avviso alle visite della Asl. Viene ribadito il tetto massimo di 240 mila euro lordi per gli amministratori delle società pubbliche.















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