Commissione dei Sei, tensione nella Lega 

I vertici nazionali provano a imporre Maturi ma la Svp non ci sta: eletto Vettori. Mossa dell’opposizione con Palermo


di Francesca Gonzato


BOLZANO. C’è voluta la Commissione dei Sei per scatenare la tempesta perfetta nella Lega. Tutti contro tutti, più o meno. E proprio nel giorno dell’ennesimo caso di violenza verbale, che ha coinvolto il consigliere comunale Kevin Masocco.

Alla fine il consiglio provinciale ha eletto ieri nella Commissione dei Sei Carlo Vettori, insieme al senatore Meinhard Durnwalder (Svp), ma in mattinata, prima del voto, i vertici nazionali della Lega hanno provato a ribaltare il tavolo, proponendo il deputato Filippo Maturi. La Svp ha opposto un muro: «Il nome definito è quello di Vettori, non torniamo indietro». Intanto continua la costruzione di un blocco largo di opposizione che concorda le mosse e vede Pd, Team Köllensperger, Verdi e M5S: per la Commissione dei Sei hanno candidato il presidente uscente Francesco Palermo e l’avvocatessa Renate Holzeisen. Non ce l’hanno fatta. «Sapevamo che le possibilità erano poco o nulle, ma abbiamo visto la Svp votare contro un professore universitario, ex senatore eletto con i loro voti», commentano Sandro Repetto (Pd) e Paul Köllensperger.

Il consiglio regionale dovrà eleggere un altro componente di lingua tedesca: dopo il ritiro di Dieter Steger, la Svp candiderà Manfred Schullian. Poi arriveranno le tre nomine statali, dove probabilmente rientrerà Maturi per la Lega e magari Renate Holzeisen su indicazione del M5S.

IL COLPO DI SCENA. La Svp e Vettori, capogruppo della Lega, avevano trovato un accordo da giorni: Vettori rinuncia alla presidenza della Quarta commissione legislativa, a favore di Jasmin Ladurner, e si propone per la Commissione dei Sei. I quattro eletti leghisti ne avevano discusso tra loro lunedì. Massimo Bessone, commissario e assessore, ha detto fino all’ultimo «preferirei un tecnico per quella posizione, gli avvocati Angelo Polo o Riccardo De Paola». Che Bessone avesse concordato o meno sul nome di Vettori, insieme a Rita Mattei e Giuliano Vettorato, ieri mattina quello è il nome che è stato proiettato a inizio dei lavori in consiglio provinciale, insieme alle altre candidature. Poi il colpo di scena. Contatti tra Roberto Calderoli e i due assessori Bessone e Vettorato. Il messaggio che arriva dal senatore è di candidare Maturi, non Vettori. Inizia il passaparola tra Lega e Svp. Nella sala del Consiglio è come se fosse partita una scarica elettrica. Le opposizioni sorridono: «Bufera in vista». Vettori chiede una riunione di maggioranza. Si chiudono tutti in una saletta. Quando si riaprono le porte, i leghisti sono infuriati, litigano. «Si vota Vettori», annuncia Bessone. Il capogruppo della Svp Gert Lanz e il vice presidente Arnold Schuler (Kompatscher impegnato a Roma) spiegano: «La quaterna dei candidati è stata definita e proiettata in aula. Non si torna indietro».

LA VOTAZIONE. Questo il risultato del voto segreto. A Vettori sono andati 20 voti, a Durnwalder 19, a Palermo 11, a Renate Holzeisen 12. Ci sono state due schede bianche e un voto ironico per Luis Durnwalder.

È probabile che i Freiheitlichen abbiamo dato i due voti in più a Vettori, confermando la maggioranza variabile ufficiosa emersa all’elezione della vicepresidente del consiglio provinciale Rita Mattei.

Calderoli e Salvini poche settimane fa erano riusciti a «imporre» che la vice presidenza della giunta andasse a Vettorato e non a Bessone. Questa volta la svolta all’ultimo minuto non è passata. Ma in casa leghista la resa dei conti sarà inevitabile (da tempo gira la voce di un cambio di commissario). Vettorato ieri ha commentato solo: «È stato eletto Vettori». Bessone ha ribadito: «Nei gruppi di lavoro ho portato avvocati e ingegneri, in base alla materia. Questo mi sembra il modo giusto di lavorare». Vettori guardato a vista come colui che ha giocato da solo la propria partita. Palermo spiega perché ha accettato la proposta di candidatura dell’opposizione: «Mi è stata presentata come un attestato di stima e ho accettato perché ho lavorato nella Commissione dei Sei e potrei lavorarci ancora con una certa appropriatezza, credo». Lanz ha annunciato così le candidature di Durnwalder e Vettori: «Questi nomi garantiscono uno scambio di informazioni». Brigitte Foppa (Verdi) ha attaccato: «La Commissione dei Sei non può diventare oggetto di distribuzione di poltrone. Vi hanno lavorato personalità come Riz e Berloffa, quanto sta accadendo non è degno di questo organismo. I candidati proposti dalla Lega hanno usato toni ben al di sotto di quanto compete alla paritetica». Secondo Alessandro Urzì (sì a Renate Holzeisen, no a Palermo) la paritetica va chiusa: «È stata istituita con un ruolo transitorio. Al consiglio provinciale va restituito il potere che gli compete».

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