Commissione Fse, Artioli presidente col voto Pd

La consigliera eletta tra le polemiche solo da Svp e Partito democratico Urzì: «Senza opposizione risultato scontato». Heiss: «Vetrina per le comunali»


di Riccardo Valletti


BOLZANO. Sarà Elena Artioli a guidare la commissione d’inchiesta che dovrà indagare sul rispetto delle procedure amministrative e dei sistemi di controllo nella gestione del Fondo Sociale Europeo dal 2000 a oggi da parte della Ripartizione Europa della Provincia. L’obiettivo della commissione d’inchiesta, costituita sulla spinta dei gruppi consiliari 5 Stelle, Freiheitliche, Gruppo Verde, L'Alto Adige nel cuore e BU-Südtirol-Ladinien, è quello di attribuire responsabilità personali e politiche nel malfunzionamento del sistema di assegnazione dei finanziamenti, che avevano procurato delle contestazioni dalla Commissione Europea e causato la perdita di parte dei soldi destinati a finanziare i progetti.

Ma la commissione nasce già azzoppata: ieri la prima seduta, quella costitutiva, è finita subito in polemica proprio a causa dell’elezione di Elena Artioli alla presidenza. Venti voti, con sistema ponderato: ogni consigliere dispone di un numero di voti pari ai componenti del suo gruppo, provenienti soltanto da Svp e Pd; mentre vicepresidente e segretario sono stati eletti rispettivamente Albert Wurzer (20 voti) e Paul Köllensperger (29 voti). La figura di Elena Artioli, recentemente nominata coordinatrice di Liberal PD, l’associazione organica al Partito Democratico, non è stata ritenuta espressione dell’opposizione, che invece ha subito fatto sentire la loro voce. «È andato in scena il tristissimo epilogo della lunga marcia di avvicinamento di Elena Artioli al PD ed alla maggioranza provinciale - ha attaccato Alessandro Urzì di Alto Adige nel cuore - è stata eletta contro l’indicazione unanime di tutta l’opposizione, sulla base di queste premesse sarà difficile che la Commissione possa produrre qualche risultato apprezzabile». Anche Paul Köllensperger (M5S), tra i primi a richiedere la formazione della commissione, ha espresso la sua delusione per il risultato delle elezioni: «Un tentativo di mettere in naftalina una commissione evidentemente scomoda per l'Svp? Facile pensarlo. Certamente questo inizio non sembra di buon auspicio, almeno per quanto riguarda l'atteggiamento che Svp e Pd terranno in commissione, ed è fin troppo facile prevedere che alla fine le verità emerse saranno scritte nelle relazioni di minoranza e non nei verbali della commissione».

Poca dietrologia e un pizzico di malizia nell’analisi dei fatti secondo Hans Heiss dei Verdi, «Non credo che questa nomina sia per mettere a tacere le potenziali rivelazioni delle indagini, penso più che altro che questa nomina sia in funzione delle elezioni comunali in arrivo, per dare visibilità a Elena Artioli in una probabile sfida elettorale».

Dal canto suo la neoeletta presidente è andata subito alle questioni operative sorvolando sulle polemiche: «Il nostro obiettivo è trovare delle strategie per il futuro, in modo che non si ripetano - se effettivamente ci sono stati - intoppi che portano alla perdita di contributi per errori formali». Prima seduta già fissata per il 5 novembre, «In quell'occasione - spiega Artioli - decideremo come impostare i lavori: chi invitare a eventuali audizioni e quale documentazione raccogliere al fine di verificare se ci sono effettivamente state difformità». Vicepresidente è stato eletto Albert Wurzer della Svp e segretario lo stesso Köllensperger. Gli altri membri nominati saranno Pius Leitner, Hans Heiss, Bernhard Zimmerhofer, Roberto Bizzo, Andreas Pöder e Alessandro Urzì.

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