Comune, Baur non firma A rischio i soldi di Benko

L’assessore all’urbanistica non dà ancora il via libera all’abbattimento del deposito ferroviario. Allarme di Caramaschi: se non si sbriga, salta il bilancio



BOLZANO. Se si ritarda ancora, anche di poche settimane, nel dare il via libera al cantiere di via Renon rischia di saltare il bilancio comunale. «Adesso mi limito ad un avvertimento ma poi mi arrabbio. E si mi arrabbio qualcuno mi sente...», sibila il sindaco.

Cosa sta succedendo? «Che solo venti giorni dopo l'inizio dei lavori nell'areale ferroviario posso ricevere la prima tranche del pagamento dei terreni di via Alto Adige. Quel denaro che mi viene dalla Signa io devo, ripeto devo metterlo a bilancio. Ma se il Comune non rispetta tempi e accordi io non li ricevo e il bilancio va a gambe all'aria».

Quella tranche non è poco: sono più di 27 milioni. Circa un terzo di quei 99 milioni che Benko deve pagare per l'area di via Perathoner da cui sarà sgombrata l'attuale vecchia stazione bus per far posto al centro commerciale.

Ecco perché Renzo Caramaschi bussa alla porta del suo vicesindaco, e assessore all’Urbanistica, Baur, chiedendo di fare in fretta. Ieri era un cartellino giallo. Ma senza chiarimenti potrebbe diventare rosso. E aprire un contenzioso in cui andrebbe di mezzo anche la Provincia.

In sintesi, cosa è accaduto? Questo: 1) L'assessore all'urbanistica e vicesindaco Christoph Baur non ha ancora firmato, a una settimana dall'inizio programmato del cantiere, la concessione per l'abbattimento del deposito ferroviario al centro dell'area su cui dovrà sorgere la stazione autocorriere. 2) Senza la concessione il terreno non può essere liberato, il cantiere aperto e, di conseguenza, non potrà avviarsi nei tempi previsti il cantiere successivo, quello del pru di via Alto Adige la cui condizione di partenza è il trasferimento della vecchia stazione bus. 3) L'accordo di programma prevede che il pagamento della porzione di denaro avverrà venti giorni dopo l'avvio dei lavori in via Renon e l'abbattimento delle vecchie strutture residue, compreso il deposito costruito da Alois von Negrelli a metà Ottocento e oggetto di un tentativo di salvataggio da parte di alcune associazioni tra cui Kuratorium, protezionisti sudtirolesi, Schützen e alcuni imprenditori tra i quali Oberrauch e Lageder. 4) Quei 27 milioni sono previsti «a bilancio». Senza di essi il sindaco ha dichiarato di non poterlo chiudere o di avere grandi difficoltà a farlo con regolarità. Questa è la situazione.

A microfoni spenti, il sindaco ammette di temere l'esistenza di insistenti pressioni perché il cantiere ritardi. «Il mio vicesindaco ha detto di attendere il parere positivo degli uffici provinciali ma so che il presidente Kompatscher vuole naturalmente rispettare gli accordi che lui stesso ha firmato. Dunque, mi aspetto che tutto proceda secondo il mio programma. Io devo chiudere il bilancio, niente storie...».

In parallelo il sindaco con le sue strutture dirigenziali e tecniche ha quasi messo a punto il calendario di tutti gli altri lavori collegati a questo di via Renon. E solo quando sarà liberata l'area Fs e conclusa la costruzione della stazione bus provvisoria, a catena apriranno i cantieri successivi, vale a dire "il buco" di via Alto Adige, il pru, e il park Vittoria oltre ponte Talvera.

«Si tratta di un delicato equilibrio tra tempi di cantierizzazione, fine lavori e riavvio di quelli successivi e se non lo si rispetta fin dall'inizio si rischia di dover rivedere tutto" dicono i tecnici comunali. Ma la preoccupazione del sindaco, oggi, non è solo "tecnica": si tratta di avere a disposizione i milioni necessari da mettere a bilancio per blindare le finanze comunali. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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