Comune, primo intoppo Le commissioni non partono

Bolzano. Prove di consiglio comunale via tablet. Dopo le tre sedute in presenza, le riunioni proseguiranno in teleconferenza a causa della pandemia. Si è tenuta ieri una seduta di prova, per...



Bolzano. Prove di consiglio comunale via tablet. Dopo le tre sedute in presenza, le riunioni proseguiranno in teleconferenza a causa della pandemia. Si è tenuta ieri una seduta di prova, per familiarizzare i consiglieri con la piattaforma adottata dalla presidenza, Concilium, già scelta da consiglio provinciale e regionale. La settimana prossima si dovrebbe tenere la prima seduta vera e propria, ma ieri maggioranza e opposizione si sono divise sullo schema di costruzione delle commissioni. Tutte le minoranze hanno firmato una nota per respingere la proposta arrivata dalla coalizione di Caramaschi. «Si vogliono imbavagliare le minoranze», è l’accusa di Marco Galateo (Fratelli d’Italia), Gabriele Giovannetti (Lista civica Oltre), Luigi Nevola (Lega) e Thomas Brancaglion (Team K), «Le commissioni consiliari sono un organo di vitale importanza per l’attività al servizio del cittadino. Dalla commissione passano e partono le grandi proposte che impattano sulla città e sul futuro della comunità». Confermate le tredici commissioni, come la scorsa consiliatura, riferiscono i capigruppo di opposizione, «ci è stata presentata la novità di limitare a sette i componenti di ognuna, mentre prima le commissioni più impegnative erano state portate a nove componenti per garantire una presenza partecipata ai lavori. Dalle tabelle inviate si vede come sindaco e maggioranza abbiano già deciso le donne e i rappresentanti di lingua tedesca delle opposizioni, quante commissioni andrebbero a ciascun gruppo, con grave pregiudizio della libertà di scelta per Lega, Oltre, Fratelli d’Italia e Team K». Non è finita, accusano. «La lista civica del sindaco, quella dell’assessore Gennaccaro e Fratelli d’Italia, pur contando tutti e tre su un gruppo di quattro consiglieri , vedrebbero una presenza in 10 commissioni per la prima, 9 per la seconda e solo 8 per la terza. Nessuna presidenza di commissione alle opposizioni, con una scelta di rottura rispetto al passato, ma anche rispetto al Parlamento, dove alla minoranza vengono garantiti dei ruoli istituzionali di controllo dell’attività. Un segnale davvero incoerente per chi chiede collaborazione di tutti i gruppi, ma solo a mezzo stampa, e chi si definisce difensore delle minoranze.Tutto studiato per limitare l’intervento delle opposizioni insomma, questo è quanto appare chiaro a tutti, limitando a due rappresentanti per l’opposizione nelle commissioni ritenute più importanti (ad esempio urbanistica e mobilità) e tre rappresentanti per quelle con minori capitoli di spesa».















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