«Con il Winefestival porto nel mondo il nome di Merano»

Dal 7 al 10 novembre la 23ª rassegna internazionale «A parlare di vino ho invitato Vespa, Toscani e Ferragamo»


di Gigi Bortoli


MERANO. Ancora poco più di 15 giorni e, dal 7 al 10 novembre, prenderà il via la 23ª edizione del Merano International Winefestival. Non per anticipare le novità di quest'anno, ma per conoscere più da vicino il suo ideatore, Helmut Köcher, l'abbiamo intervistato. Il festival ormai viaggia a vele spiegate. Rappresentanti istituzionali della città, ma anche sodalizi associativi e privati non perdono l’occasione per "appoggiarsi" al marchio Winefestival quale valore aggiunto. E le sinergie, il più delle volte a costo zero, rappresentano uno dei credo di Köcher. Come la collaborazione col Piccolo Teatro Mario Tartarotti che porterà l'Operetta, “La principessa della Csardas” l’8 novembre al Puccini, cui potranno assistere gli ospiti in città per la quattro giorni nel nome del vino.

Köcher, si può affermare che oggi la la città sente il festival come una propria creatura?

“Lei ha colto uno degli obiettivi che mi sono dato sin dall’inizio nel 1992. Forse per qualcuno sarà difficile da credere, ma nel mio cuore alberga l’amore per la città. Una città che pur con tutti i suoi difetti resta splendida. Quello che da sempre ho inseguito, ispirato anche dalla lezione di mio padre Eduard, che operava con la stessa filosofia nello sport, è stata l’idea di dar vita a qualcosa che portasse alto il nome di Merano nel mondo. E oggi nei miei viaggi, che non sono solo in funzione del festival, trovo sempre chi identifica Merano attraverso la mia manifestazione, da anni sbarcata anche in Russia, Stati Uniti e oltre”.

C’è una ragione per cui il suo marchio non è tra i sostenitori dell’iniziativa “Architettura e vino nella Mitteleuropa” (14 novembre) organizzata da KunstMeran, con cui, tra l’altro, ha collaborato ripetutamente?

“Lei mi sorprende. Una nota la sua, che suonerebbe al contrario di quanto ho appena detto. Senza voler accendere polemiche, mi limiterò a dire che le note stonate in un concerto possono sempre accadere. Non per questo crolla l’impianto sinfonico”.

Torniamo allora al festival e al suo sviluppo anno per anno.

“Dal 1992 il mio obiettivo è sempre stato quello di spingermi oltre le Colonne d’Ercole, nel segno di una manifestazione che sapesse raccogliere un turismo di qualità, in cui spiccasse la nostra ospitalità che resta un fiore all’occhiello. Siamo stati dei precursori nel segno del bello e dell’eleganza per Merano, l'Alto Adige, l'Italia. Abbiamo anticipato tematiche che oggi sono sulla lingua di tutti: sostenibilità, biodinamica. Dieci anni fa di questo non parlava nessuno”.

Lei è notoriamente vulcanico, sempre pronto a spingersi là dove altri non oserebbero. È così?

“Quando gestivo l’Ufficio assistenza del Comune mi spesi per far sì che i pasti a domicilio fossero un’iniziativa possibile. Anche lì, in un contesto istituzionale, con gli ovvi limiti di manovra, cercavo sempre di spingermi oltre i dettami prescritti. Non poteva durare, e non durò. Ora con il Winefestival ho le mani libere. I pionieri sono tali perché non danno nulla per scontato. Messner è Messner perché ha saputo guardare oltre le cime delle montagne. Oggi io rispondo a me stesso e quello che faccio pone al primo posto l’immagine di Merano. E per raggiungere questo obiettivo, il vino e tutto ciò che vi ruota attorno, è il mezzo che ho scelto”.

Chiudiamo con dei nomi che parteciperanno a quest’edizione.

“La città non immagina neppure le figure di primo piano che partecipano in vesti diverse alla manifestazione. Loro diventano così a loro volta ambasciatori della città, ma io non li ho mai “sbattuti in prima pagina”. Ecco i nomi: Oscar Farinetti (EatItaly), Bruno Vespa (gionalista), Oliviero Toscani (fotografo e anche vinicoltore), Paolo Baratta (presidente della Biennale di Venezia), Savatore Ferragamo (moda), Francesco Moser (intramontabile Campione del mondo di ciclismo). E non solo loro”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Tennis

Sinner torna in campo, nel Principato primo allenamento verso il Roland Garros

Dopo le cure all’anca al J Medical, Il campione di Sesto ha ripreso in mano la racchetta a Montecarlo sotto la supervisione coach Vagnozzi e Cahill. Ma non ha sciolto le riserve sulla sua partecipazione a Parigi (foto Instagram Sinner)

LA SPERANZA Il post di Cahill che fa sperare i tifosi
IL CAMPIONE "A Parigi solo se sarò al 100%"
DOLORE Per il problema all'anca Sinner si affida al centro della Juve
GOSSIP Nuova fiamma per Jannik? Il gossip su Anna Kalinskaya

bolzano

Primo giorno al Lido: con lo "spazio giovani"

Invariate le tariffe. In funzione i due bar, resta chiuso il ristorante. A disposizione i campi di calcetto, basket, beach volley. Andriollo: «C’è un cambio generazionale anche tra gli utenti» (foto DLife)


antonella mattioli

Attualità