Concerti in montagna, è scontro Messner: «Così la si snatura» 

Il concerto a Plan de Corones. Monta la polemica sull’esibizione di Jovanotti, nonostante il sostegno del Wwf L’alpinista: «Il silenzio è un valore da difendere. Qui si commercializza la messinscena delle Alpi “per tutti”»


Sara Martinello


Bolzano. Commercializzazione della montagna, con la conseguenza dell’inquinamento acustico. questa l’accusa con cui reinhold messner si schiera nettamente contro il concerto a plan de corones annunciato per quest’estate da lorenzo cherubini, in arte jovanotti: «mi sembra insensato fare un concerto in cima alla nostra montagna d’estate», ha dichiarato alla stampa l’alpinista. già vent’anni fa asseriva che «il silenzio delle nostre montagne è un valore importante, da difendere» e che mai sarebbe andato a vedere un concerto a plan de corones. l’invettiva fa seguito alle numerose polemiche sollevate da più parti contro i concerti in quota. l’ultimo, quello di giorgio moroder a cima tognola (a san martino di castrozza) solo ieri, ma anche quello di bob sinclair a madonna di campiglio un anno fa.

La collaborazione col Wwf.

Non è un mistero che l’artista romano abbia eletto la sostenibilità a leitmotiv dei propri tour. La conferma arriva dal Wwf: l’associazione rende noto di aver chiesto agli organizzatori del Jova Beach Party – questo il nome del tour – di fare per ogni tappa vicina ad aree naturali protette le dovute valutazioni di incidenza. Così la nota diffusa: “La zona che ospiterà il concerto di Plan de Corones è già fortemente antropizzata e modellata sulle esigenze del turismo di massa, e il futuristico Museo della Montagna gestito dallo stesso Messner richiama migliaia di turisti anche d’estate. Al concerto i partecipanti arriveranno a piedi o sfruttando gli impianti di risalita”.

La montagna per tutti.

Rifugi a quattro stelle, trasferte in elicottero, alpinisti improvvisati. Ma anche motori molesti e mountain bike prepotenti. Da anni si discute della commercializzazione della montagna. Di un suo snaturamento da luogo ingrato, di difficile accesso, a nuova appendice di vacanze alla portata di chiunque.

Era il 1998 quando Messner dichiarò che non avrebbe mai assistito a un concerto in quota. E così è stato negli ultimi ventun anni. «Chiaramente gli altri possono fare ciò che preferiscono – spiega –, il mio non vuole affatto essere un diktat. Sono cinquant’anni che lo dico: in montagna ci deve essere il silenzio, non quel baccano». La struttura del museo, progettata da Zaha Hadid, è per lui «tutto un altro mondo. Nel museo io la montagna la racconto, non ne faccio una messinscena, non la rendo più facile, più alla moda. Ma d’altra parte questa messinscena è ciò che vogliono i clienti».













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