Concessione dell’A22: una corsa contro il tempo 

Entro due settimane l’approvazione della legge che blinda l’affidamento diretto Ma l’obiettivo è firmare la prima convenzione ancora col governo Gentiloni


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Corsa contro il tempo per la concessione dell’Autobrennero. Bolzano, Trento e gli altri soci pubblici hanno ottenuto un successo importante con l’inserimento nel decreto fiscale della previsione di rinnovo trentennale alla futura società in house, evitando la gara. Ma lo scioglimento del Parlamento è alle porte (intorno a fine anno) e gli sforzi sono concentrati su un obiettivo: ottenere dal governo in carica la firma della prima convenzione di concessione. Ma resta aperto il nodo del controllo della futura società. Troppe incertezze circondano la politica italiana dopo le prossime elezioni. Con il primo atto ufficiale nel forziere, sarebbe più difficile per qualunque governo mandare all’aria tutta l’operazione. «È vero, stiamo lavorando per riuscire a firmare la convenzione entro la fine dell’anno», conferma il deputato Daniel Alfreider (Svp). Non è scontato. Il primo passaggio sarà l’approvazione definitiva della legge di conversione del decreto fiscale. Dopo il via libera al Senato, la prossima settimana la legge verrà esaminata in commissione alla Camera per approdare in aula entro il 15 dicembre. A quel punto ci sarà la base giuridica (previsione dell’affidamento diretto, canone annuo allo Stato di 70 milioni, versamento al bilancio statale del tesoretto di 600 milioni accantonati nel fondo ferrovia) per avviare i passaggi formali di concessione, che nel complesso potrebbero richiedere un paio di anni. La prima convenzione, su cui è partita la corsa, sarà tra lo Stato e gli enti territoriali. La seconda convenzione riguarderà il concedente e il concessionario, cioè il ministero delle Infrastrutture e la società Autobrennero. Nell’articolo sulle concessioni autostradali inserito nel decreto fiscale non è stato sciolto il nodo-chiave del controllo analogo, che da mesi impegna in un braccio di ferro le strutture tecniche del ministero e le Province di Bolzano e Trento. Oltre al Cda, nella società in house si insedierà il Comitato di indirizzo. Lo Stato, cui spetta il potere di vigilanza e controllo, punta ad avere il potere di veto, in quanto concedente. I 14 soci pubblici locali vogliono evitare questo scenario. I soci locali dovranno acquistare le azioni dei soci privati (aperto il tema del valore). Anticipa l’amministratore delegato Walter Pardatscher: «Il passaggio delle quote avverrà quando verrà firmata la seconda e definitiva convenzione». (fr.g.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

Attualità