«Abbiamo tenuto bene per due anni ma adesso la contrazione dei consumi si fa sentire anche in Alto Adige. Perfettamente inutile negare. In Italia l’ultimo dato disponibile è del 2009 e la dà al 2/3%. Noi ci allineiamo».

Per il vicepresidente Dado Duzzi il settore alimentare soffre più di tutti: «La contrazione in questo caso è del 5/6% e la dice tutta. O gli altoatesini si sono messi a dieta in massa o non ci sono più soldi per riempire il carrello». In generale non ride nessuno. «Il periodo è duro per il settore dell’abbigliamento, per le calzature e la pelletteria. In difficoltà anche elettrodomestici e telefonini».

Insomma alle famiglie sempre più al verde - alle prese con una città che vanta il primato davvero poco invidiabile di più cara d’Italia - per fare shopping in saldo non resta che la fuga fuori provincia (dove gli sconti sono già partiti) o aspettare venerdì.

Thomas Rizzolli, fiduciario dell’Unione per Bolzano, conferma: «In tempi di crisi si aspetta. Ed è quello che sta succedendo anche qui. Anche se la tendenza a buttarsi sulle svendite è andata di pari pari col passaggio all’euro». E la prospettiva non è rosea. «A Trento - dice Frick - i saldi arrancano. Speriamo non succeda lo stesso da noi». Intanto il 16 si parte.

Si parte come al solito ufficialmente perché i saldi ufficiosi, quelli che ci si parla alla cassa preferibilmente sottovoce sono iniziati almeno da una decina di giorni, diciamo dal 3 luglio data in cui gli sconti sono partiti in tutta Italia. Il cliente si chiede da un bel po’ che senso abbia continuare a sparigliare le date e posticipare le date per poi barattare il prezzo come al suk. Frick non ha dubbi: «Il negoziante può fare lo sconto a chi crede e quando vuole ma i saldi sono un’altra cosa e poi non ne posso più di questa polemica».

Sarà anche vero ma il consumatore vuole avere la granitica certezza di una data sicura non vuole destreggiarsi tra carte fedeltà, non vuole comprare quattro camicie a 99,90 e la quinta a 9,90 e soprattutto non vuole sempre dover chiedere “per favore mi fa lo sconto anche se i saldi cominciano il 16?”. Duzzi non ci sente: «Non è vero che la situazione è questa. Nel resto d’Italia dove molti commercianti continuavano ad anticipare le svendite o per esempio a Trento dove le hanno liberalizzate hanno capito che stavano sbagliando ed adesso premono per scegliere tutti la stessa data che comunque va sempre più posticipandosi». Da un sondaggio condotto su base nazionale dalla Camera di commercio risulta anche come l’87,2% dei negozianti crede che le svendite dovrebbero iniziare lo stesso giorno per tutti.

Domenico Sacco, presidente di Confesercenti, non ha più parole: «La crisi è forte, i turisti tedeschi che compravano abbigliamento di pelle, ma anche vestiario e scarpe scarseggiano. Molte famiglie altoatesine con la cassa integrazione salita del 400% sono in seria difficoltà e l’Unione è ancora qui che spiega che bisogna aspettare, posticipare i saldi, andare in controtendenza quando l’unica cosa che interessa è creare un collegamento immediato, diretto e chiaro tra chi vende e chi compra». Secondo lei come andranno le svendite? «Bene per forza di cose. Abbiamo venduto poco».