Continua a molestare la ex: arrestato

Le buca le gomme: in manette. Il Pm Marchesini: «A Bolzano 233 casi in 10 mesi»


Susanna Petrone


BOLZANO. Non ha rispettato il divieto di avvicinamento previsto nella norma sullo stalking. Ha continuato a pedinarla, arrivando a buccare le ruote dell'auto dell'ex compagna. Per questo motivo è stato arrestato. Ma non è l'unico caso. In dieci mesi la Procura si è occupata di 233 casi di stalking.
Sono 233 i casi di stalking denunciati in Alto Adige dal 23 febbraio 2010 al 31 dicembre 2010: un numero notevole che ha portato a cinquanta rinvii a giudizio. L'ultimo arresto l'altro giorno: un bolzanino che continuava a perseguitare l'ex fidanzata nonostante il divieto di avvicinamento. Telefonate, pedinamenti, minacce. Alla fine le ha bucato le gomem dell'auto ed è finito in manette. Il fenomeno stalking a Bolzano e in provincia è ormai un'emergenza. Lo conferma il sostituto procuratore Donatella Marchesini, il magistrato più esperto nella tutela delle fasce deboli (violenza sessuale, maltrattamenti, pedofilia e stalking).
«L'articolo 612 bis, la norma che ha introdotto il reato di stalking - precisa il pm - è una legge che mancava in Italia ed è un bene che sia stata approvata. Ovviamente nelle prime settimane c'è stata una sorta di boom per quanto riguarda le denunce presentate in Procura. Boom che però è calato drasticamente. Si può dire che nel frattempo la situazione si sia normalizzata».
Da una prima analisi dei dati, risulta che circa il novanta per cento delle vittime è di sesso femminile, mentre il restante dieci per cento riguarda uomini: «Lo stalking - continua il magistrato - è un fenomeno che è sempre esistito e che prima veniva regolato dai reati come minaccia e molestie, che non davano la possibilità agli inquirenti di intervenire in modo più deciso. Con la nuova legge, invece, la vittima ha la possibilità di presentare querela in Procura, dando il via libera alle indagini senza che il persecutore lo venga a sapere».
Il secondo passo - una volta accertate le persecuzioni - è quello di vietare allo stalker l'avvicinamento alla vittima: «Se non rispetta il divieto - sottolinea il pm Donatella Marchesini - la persona viene allontanata dalla città o persino arrestata. Quest'ultima misura viene presa quando lo stalker ha dimostrato in più occasioni di avere usato la violenza».
Vittime che cambiano numero di cellulare, vittime che vivono uno stato di angoscia ed ansia, vittime che arrivano a non accendere la luce a casa per paura che il loro stalker sappia che sono a casa: «Un consiglio che posso dare alle donne - ci tiene ad aggiungere il magistrato bolzanino - Non cercate di ragionare con l'ex che vi perseguita. Ogni vostra risposta viene interpretata come la voglia di tenere in piedi un contatto. Non invitate lo stalker a casa. Non cercare di fargli cambiare idea e soprattutto non aspettate troppo tempo prima di denunciare lo stalker. Esiste un normale periodo di lutto quando due persone si lasciano. Esiste un periodo dove è normale che la persona che è stata lasciata non si dia pace e cerchi di riprovarci. Ma quando capite di vivere uno stato d'ansia e iniziate a cambiare stile di vita, allora è arrivato il momento di fermare lo stalker». Quasi la metà dei casi denunciati nei primi dieci mesi da quando esiste la legge è stata archiviata: «Una vittima di stalking - spiega il pm - vuole solo essere lasciata in pace. In molti casi è servito il divieto di avvicinamento. Dopodiché le vittime hanno ritirato la querela». In un quarto dei casi, invece, gli stalker sono stati rinviati a giudizio. Una sessantina i casi che devono ancora essere risolti.

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