Conto da un miliardo per la Provincia

Prevista anche la riserva all'erario: le entrate aggiuntive andranno tutte allo Stato


Mirco Marchiodi


BOLZANO. Oltre un miliardo di euro in tre anni. Tanto costeranno alla Provincia di Bolzano le misure di contenimento della spesa pubblica contenute nella finanziaria 2010, nella manovra di luglio e in quella "bis" licenziata prima di Ferragosto. Una cifra enorme, soprattutto se raffrontata a quella chiesta alle altre Regioni.

«Le autonomie speciali - spiega l'assessore Roberto Bizzo - hanno un volume di bilancio complessivo pari al 22% di quello totale ma il peso della manovra su di loro graverà per il 50%. La disparità di trattamento è evidente, tanto da rendere la manovra incostituzionale. È evidente il tentativo politico, già annunciato dal ministro Calderoli, di rendere le autonomie speciali un po' meno speciali».

IL SALASSO. La relazione tecnica accompagnatoria alla manovra bis ha fatto rizzare i capelli ai funzionari provinciali. «Più la vediamo e più ci preoccupa», riassume Bizzo. Le cifre: la manovra prevede un contributo di 14,9 miliardi all'anno. Di questi, 6 miliardi dovranno arrivare dalle regioni a statuto ordinario, 3 da quelle a statuto speciali, 1,3 dalle Province e 4,5 dai Comuni. La manovra di un anno fa aveva fissato in 500 milioni il contributo da chiedere alle autonomie speciali. Dopo un'estenuante trattativa, era stato deciso che Bolzano e Trento dovessero contribuire con il 12% ciascuna, ovvero 59 milioni.

«Applicando la stessa proporzione ai 3 miliardi definiti da questa manovra - spiega il caporipartizione finanze della Provincia, Eros Magnago - arriviamo a 354 milioni». Ma il contributo non sarà richiesto solo nel 2012, ma anche nel 2013 e nel 2014, «e come si specifica nella manovra - avverte Bizzo - è in ogni caso destinato a proseguire fino all'azzeramento del disavanzo». In più bisognerà riuscire a trovare un accordo con le altre Regioni speciali: se invece del 12%, Bolzano dovesse contribuire in proporzione maggiore (praticamente impossibile che il contributo si riduca), allora il conto sarebbe ancora più salato.

RISERVA ALL'ERARIO. I 354 milioni sono un "saldo", ovvero la differenza tra entrate e uscite. Per intenderci: se la Provincia nel 2011 incassasse gli stessi soldi del 2010, ne potrebbe spendere 354 in meno. La manovra però aumenterà anche le entrate, visto che aumenterà il gettito Irpef e quello sulle rendite finanziarie. Ma è qui che arriva la seconda mazzata. La manovra "bis" prevede infatti esplicitamente la «riserva all'erario». Questo significa che ogni entrata aggiuntiva - 10 milioni all'anno derivanti dal contributo di solidarietà sull'Irpef dei redditi superiori ai 90 mila euro e 20 milioni derivanti dall'aumento delle imposte sulle rendite finanziarie - dovrà essere girata per intero allo Stato.

Anche questo è un motivo che potrebbe indurre Trento e Bolzano a far ricorso alla Corte costituzionale: «Con l'accordo di Milano - spiega Bizzo - abbiamo rinunciato a 500 milioni all'anno in cambio di certezza sulle entrate. Questa certezza deriva dalla facoltà di tenere sul territorio il 90% delle imposte e il 10% delle addizionali. Ogni modifica, l'accordo di Milano lo dice espressamente ed è fissato anche nello Statuto di autonomia, deve essere presa di intesa con le Province. In questo caso nessuno ci ha chiesto nulla, eppure ci viene tolta la parte di imposta che ci spetta». Da notare che nella manovra di luglio non si faceva riferimento alla riserva all'erario. Questo significa che i circa 80 milioni di introiti aggiuntivi derivanti dall'aumento delle accise e dal "super-bollo" auto resteranno alla Provincia.

LE CONTROMOSSE. A questo punto non resta che trattare. Tecnici e politici di Trento e Bolzano sono in continuo contatto per concertare i prossimi passi. La decisione spetterà alle rispettive giunte, ma il ricorso alla Consulta viene dato praticamente per certo da entrambe le Province, a meno che Durnwalder, Dellai e i parlamentari riescano a convincere il governo a fare dietro-front.

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