la presa di posizione

Contratto, i provinciali ora battono cassa

BOLZANO. Messa alle spalle (o quasi) la spinosa questione dei vitalizi, che ha ereditato dalla gestione Durnwalder, il governatore altoatesino Arno Kompatscher rischia ora di dover affrontare e...


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Messa alle spalle (o quasi) la spinosa questione dei vitalizi, che ha ereditato dalla gestione Durnwalder, il governatore altoatesino Arno Kompatscher rischia ora di dover affrontare e risolvere a breve un altro piccolo caso che sta provocando un certo malumore tra i dipendenti. La partita, tenuta a lungo in "freezer" dai rappresentanti sindacali, anche perché sulla Provincia c'è sempre la scure dei tagli, inizierà tra settembre e ottobre, non appena si insedierà il nuovo direttore generale, che avrà competenze anche in materia di contrattazione. Oltre non si può andare, anche per una questione di previsione di bilancio e tempi per l'inserimento nella legge finanziaria. «I provinciali, 18 mila persone in tutto, - spiega Gianluca Moggio, presidente del Gs, il sindacato maggiormente rappresentativo - hanno le retribuzioni bloccate dal 2009. Un'eternità. Nel privato un blocco degli emolumenti per cinque anni farebbe gridare allo scandalo. In questo lasso di tempo l'inflazione è salita almeno del 10% e ciò significa che il potere d'acquisto dei lavoratori è diminuito in proporzione».

Per far capire, a chiare lettere, che i provinciali vogliono il rinnovo del contratto Moggio cita ad esempio la retribuzione di un bidello. «I 1.100 euro che percepiva nel 2009 oggi valgono 100 euro in meno, ovvero un migliaio di euro scarsi. Non deve stupire, dunque, che i lavoratori ci chiedano il rinnovo del contratto, fermo da tanti, troppi anni».

Il primo a rendersi conto che la materia è estremamente delicata, e che potrebbe provocare reazioni stizzite da più parti, è lo stesso Moggio. «Siamo noi i primi a capire il contesto generale. Il premier Renzi ha preventivato, per il 2015, 16 miliardi di spending review per stare sotto il 3% del rapporto deficit-Pil, anche in presenza di una crescita non esaltante. È difficile che non chieda di contribuire anche alle Autonomie speciali, ma ciononostante riteniamo ci siano le condizioni per aprire un tavolo per il rinnovo del contratto. La parte economica è ferma da troppo tempo. E se non faremo la richiesta entro l'autunno la giunta varerà la Finanziaria senza tener conto delle nostre legittime richieste».

A cambiare sarà solo l'interlocutore. Il nuovo direttore generale avrà pieni poteri anche sulla contrattazione che in precedenza era in capo al direttore della ripartizione personale Engelbert Schaller, ora destinato ad andare in pensione entro l'anno a meno di clamorosi sviluppi.

«Questa volta - assicura il presidente del direttivo del Gs - non faremo un passo indietro: i tempi sono davvero maturi».

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