Contributo affitto, nuove emergenze

Si tiene conto del patrimonio. La rabbia di una madre separata: «Perderò tutto per l’appartamento in cui vive mia madre»



BOLZANO. Contributo all’affitto, ancora i single alle prese con le sorprese negative del nuovo sistema. Sta progressivamente entrando a regime la rivoluzione del «sussidio casa», che dall’Ipes è transitato totalmente al settore Politiche sociali della Provincia, diventando «contributo al canone di locazione e per le spese accessorie». La riorganizzazione è iniziata nel 2013 e già una volta la Provincia ha accettato di modificare alcuni criteri, perché erano emerse troppe penalizzazioni, soprattutto per le persone sole, con riduzioni drastiche degli importi. Ora di nuovo vengono segnalate alcune falle nel sistema. Una delle principali novità del nuovo sistema è l’introduzione del patrimonio personale, oltre al reddito, tra i requisiti che vengono considerati per l’erogazione del contributo. Ed è questo che sta provocando una svolta negativa nella vita di alcune persone, che si preparano a presentare ricorso. Tra queste, c’è una giovane madre separata, che racconta la sua storia: «Fino ad oggi ho ricevuto un contributo al canone di locazione di 500 euro. Mi è necessario, perché vivo da sola con mia figlia, per la quale il padre versa gli alimenti. Ho un lavoro part time da 850 euro al mese, con cui devo pagare un affitto di 800 euro. L’altro giorno è arrivata la doccia gelata». La signora bolzanina si è recata al distretto sociale per presentare la domanda per il rinnovo del contributo all’affitto. «Riceverò la risposta nelle prossime settimane, ma sono stata avvertita che devo prepararmi: probabilmente il contributo mi verrà negato o ridotto di molto». La svolta è legata a una piccola proprietà. «Possiedo un quarto dell’appartamento di famiglia, in cui vive mia madre. Non uso quel bene, né ricevo alcun affitto, ma probabilmente mi costerà la perdita del sussidio». Uno choc, per la madre single: «Come potrei vivere pagando 800 euro di affitto con uno stipendio da 850 euro? Capisco che si debba considerare il patrimonio di una persona, ma se al momento quella proprietà non mi garantisce alcun vantaggio?». Non è un caso isolato. «Mi risulta che diverse altre persone stiano vivendo questa esperienza. La Provincia dovrebbe cambiare la legge, tenendo conto di situazioni come la nostra», dice. Dodo Detassis (Uil) ricorda le battaglie con la Provincia per ottenere le prime modifiche al sistema del contributo: «La prima versione aveva provocato un problema molto serio per le persone sole. Grazie alle correzioni, i casi si sono ridotti, ma evidentemente non cancellati. Da un lato è comprensibile tenere conto del patrimonio delle persone, che resta tale anche se non produce vantaggi immediati, dall’altro lato ciò può provocare problemi a chi si vede ridurre il contributo».

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