Contributo per l’affitto, si cambia ancora

Trattativa con la giunta, i sindacati incalzano: «Famiglie in difficoltà con il nuovo sistema». Stocker: verifica sugli effetti


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Decine di persone hanno perso il sussidio casa, o «contributo al canone di locazione», come si chiama ora, «e la maggior parte dei beneficiari se lo è visto ridurre». Il nuovo sistema, in vigore da gennaio 2013, verrà cambiato. Lo chiedono diversi consiglieri provinciali e i sindacati, che su questo tema hanno aperto una trattativa con l’assessore Martha Stocker. La prossima riunione è fissata per metà settembre. «Dopo mesi di smentite, finalmente la giunta provinciale ha ammesso che ci sono problemi. All’ultima riunione che abbiamo avuto l’assessore Stocker si è detta disponibile a una revisione del modello. Di questo dovremo parlare al prossimo incontro», riferisce Michele Buonerba (segretario aggiunto della Cisl). È vero tuttavia che Martha Stocker e Christian Tommasini, rispondendo a una interrogazione, hanno precisato che «non si ravvisano particolari necessità di ulteriore modifica. Sono emerse nei primi mesi di applicazione alcune criticità specifiche (ad esempio sui genitori singoli), alle quali la giunta ha già posto rimedio con alcune modifiche». Ma Buonerba ribatte: «L’assessore ha capito che ci sono ancora notevoli problemi. Altrimenti perché ci vedremmo in settembre con i tecnici dell’assessorato per confrontarci sulle ipotesi di modifica? Tra l’altro, c’è una forte pressione nel mondo sudtirolese. Solo a noi della Cisl sono arrivate 70 segnalazioni di sussidi azzerati e l’assoluta maggioranza dei casi proviene dalle vallate, non da Bolzano». Sentita ieri, Martha Stocker risponde: «È ovvio che il nuovo sistema verrà sottoposto a una verifica, per valutarne le conseguenze». La riorganizzazione del settore prevede dal gennaio 2013 che siamo i distretti socio-sanitari ad erogare il contributo al canone di locazione per i nuovi beneficiari o per i vecchi beneficiari che abbiamo rinnovato il contratto di affitto. È previsto un regime transitorio per chi ha un contratto in essere e continuerà a ricevere fino alla scadenza il «vecchio» sussidio casa dall’Ipes (con tetto massimo portato a 4800 euro all’anno). In tutto i beneficiari, informa Buonerba, sono circa novemila. I problemi, segnalano i sindacati, «riguardano i beneficiari che con il rinnovo del contratto sono passati da un sistema all’altro, perdendo anche 200-250 euro al mese, senza essersi visti però ridurre l’affitto. Per persone con stipendi massimi di 1200 euro ciò significa il rischio indigenza». I contributi più leggeri sono determinati dai nuovi criteri per il calcolo, che tengono conto del reddito familiare e del patrimonio mobiliare. Le conseguenze della riforma del sistema tornano regolarmente in consiglio provinciale, con richieste di informazioni. Ma proprio sui dati regna la massima incertezza. «Nessuno è stato in grado di darci un quadro esatto delle conseguenze del nuovo sistema. Sappiamo delle decine di casi segnalati ai sindacati e delle lamentele che arrivano agli stessi uffici provinciali», spiega Buonerba, «ma all’ultima riunione ci è stato spiegato che c’è un problema a ricevere i dati dell’Inps». Conferma Martha Stocker. «Trattandosi di sistemi diversi, c’è difficoltà a incrociare i dati. Ho chiesto comunque di avere una relazione. Ma anche i sindacati sono d’accordo che non sarebbe opportuno tornare al vecchio sistema». Conferma Buonerba: «Il vecchio sussidio casa, che non prevedeva un tetto massimo, ha contribuito a fare impennare i prezzi. Si era arrivati a casi limite di contributi da 930 euro al mese. La nostra proposta prevede un sistema di calcolo basato in parte sul canone e in parte sul numero di familiari a carico».

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