«Contro Bressa ho solo da guadagnare»

BOLZANO. Sempre e solo Lega. Massimo Bessone ha iniziato a occuparsi di politica con il Carroccio e vi è rimasto fino a diventare il commissario provinciale, scelto da Matteo Salvini per uscire dal...



BOLZANO. Sempre e solo Lega. Massimo Bessone ha iniziato a occuparsi di politica con il Carroccio e vi è rimasto fino a diventare il commissario provinciale, scelto da Matteo Salvini per uscire dal lungo commissariamento del trentino Maurizio Fugatti. Fedelissimo del segretario, con alcuni grattacapi nel gruppo bolzanino, Bessone si allena alle elezioni provinciali correndo nel collegio del Senato di Bolzano-Bassa Atesina, «appaltato» da Svp e Pd a Gianclaudio Bressa. Veronese di origine, Bessone vive da diversi anni a Bressanone, dove ha famiglia ed è vice presidente del consiglio comunale.

Come si è avvicinato alla politica?

«Era il 2009. Mi interessava il tema del federalismo, seguivo il lavoro di Zaia e Tosi. Sono andato a una riunione della Lega, era l’epoca di Elena Artioli. Ho iniziato così».

La Lega è molto cambiata rispetto agli anni di Bossi e Maroni. Salvini la sta spostando su posizioni di destra, per non dire destra estrema.

«Questo non lo percepisco. Mi considero un moderato e soprattutto un leghista federalista. Non mi definisco né di destra né di sinistra».

Sugli stranieri Salvini esaspera i toni. A Bolzano ha organizzato un tour a «caccia» di migranti.

«Magari non farei certe cose, ma gli do ragione sul principio di fondo. Credo nella politica dei respingimenti. Non puoi accogliere le persone per il business e poi abbandonarle sui marciapiedi. È assurdo incolpare Salvini, se un matto scende in strada e spara agli africani».

Proprio dopo Macerata non crede che la politica dovrebbe dimostrarsi responsabile e fare un passo indietro?

«Un passo indietro? No due passi in avanti. Chi spara per il colore della pelle deve essere curato e andare in prigione, ma se non interrompiamo il business dei migranti ci saranno sempre più episodi di violenza, perché le persone sono esasperate. In certi luoghi di Bolzano e perfino di Bressanone non mi sento sicuro».

La Lega è stata federalista. Salvini sta provando a trasformarvi in un partito nazionale, espandendosi nel sud Italia. La Lega locale di Fugatti è stata secessionista.

«Non sono d’accordo con le idee secessioniste, anche se qualcuno di noi la pensa ancora così. Mi batto per l’autonomia e sono contrario al doppio passaporto, che provocherebbe una nuova spaccatura etnica. A livello nazionale, penso che Salvini faccia bene a guardare oltre il nord Italia. La Lega si deve modernizzare».

Senza offesa, ma lei si presenta come un candidato di bandiera contro Bressa.

«Mi diverte, ho tutto da guadagnare. Non sono stupido, so che è una sfida impari, ma non andrà buttato nulla: ogni voto è importante per Salvini». (fr.g.)

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