Contro il campo nomadi la protesta in municipio

L’associazione Olimpia: bruciano di tutto ed il fumo arriva sul campo sportivo Numerosi atti di vandalismo. Il sindaco: «Fra 18 mesi i nuovi alloggi per i Sinti»


di Simone Facchini


MERANO. Ponderate le lamentele dei fruitori del campo sportivo da una parte, il programma dei lavori nell'agenda del Comune dall'altra, e la “permanente precarietà” degli alloggi dei sinti nel mezzo, l'orizzonte è quello di un critico rapporto di vicinato che perdurerà ancora un anno e mezzo circa.

Tanto ci vorrà per la messa a disposizione del nuovo villaggio sinti, nell'area dove il Passirio si immette nell'Adige, attigua al campo nomadi attuale. Nuova struttura, della quale al momento esiste solo la superficie orlata da mura ciclopiche. Intanto una delegazione di rappresentanti dell'Olimpia Holiday Merano ieri mattina si è radunata davanti al palazzo municipale per manifestare il proprio disappunto, rinnovando le denunce che partono da lontano ed emerse in tutta evidenza l'ultimo inverno: il fumo delle stufe utilizzate per scaldare roulotte e baracche, per alimentare le quali oltre alla legna pare vengano bruciati materiali inappropriati, non può convivere con la quotidianità degli allenamenti dei bambini e dei ragazzi sul limitrofo campo da calcio.

Sotto la populistica premessa “Merano ai meranesi”, sugli striscioni esposti sotto i Portici dall'Olimpia si leggeva “alla Confluenza basta fumi” e “tuteliamo la salute dei nostri bambini”. Ragioni sacrosante. "Il problema si ripete – illustra Marco Giaquinta, presidente della società sportiva – con l'arrivo del freddo il fumo è tornato a fuoriuscire dagli alloggi del campo nomadi e a diffondersi là dove i nostri giovani giocano a pallone, costringendoli a respirare sostanze nocive. Per di più, viene bruciata legna fornita dal Comune che più di una volta ci aveva garantito di voler trovare una soluzione. Per esempio, ci avevano detto che avrebbero fornito al campo nomadi delle stufe a gas". Già, il fatto è che la situazione nel campo sinti, allacciamenti compresi, sono un ganglio d'abusivismo. C'è poi un ulteriore questione: gli atti di vandalismo perpetrati nei confronti della struttura sportiva. Fresca l'amara sorpresa, ieri, dei seggiolini della panchine ridotti in frantumi che seguono a bruciature del manto di erba sintetica causate da petardi, recinzioni danneggiate, altre manomissioni.

"L'impianto della confluenza – prosegue Giaquinta – ristrutturato da non molto è un investimento pubblico da tutelare. È ora che si dia atto allo spostamento dei sinti nella nuova sede appositamente realizzata. Di seguito, l'area sgomberata potrebbe essere valorizzata con un parco e qui, proponiamo, potrebbe sorgere la sede della nostra società che conta 420 iscritti".

La rappresentanza dell'Olimpia, comprendente alcuni genitori di baby calciatori, è stata poi accolta dal sindaco Paul Rösch che poco prima, durante una conferenza stampa, aveva preannunciato la risposta: "Al massimo fra un anno e mezzo saranno pronti i nuovi alloggi per i sinti. È vero che forniamo loro la legna, così come facciamo con tutti coloro che ne hanno bisogno". Fatta la somma, la via pare essere quella della gestione del problema in attesa del trasloco.

"La polizia municipale monitora la zona - afferma il comandante Fabrizio Piras - e sono state elevate sanzioni in casi di accensione di fuochi liberi, vietati dalle norme". Da qualche tempo sono inoltre state installate due videocamere di sorveglianza che, pare, abbiano pizzicato gli autori della devastazione alle panchine.













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