Controlli a tappeto nelle zone calde

Operazione di polizia dopo la rapina: identificate 70 persone. Spacciatori facilitati dalla legislazione e dal caos carcerario


di Susanna Petrone


BOLZANO. Visto l’aumento della microcriminalità registrato nelle ultime settimane, tra lunedì e martedì la questura ha dato il via a un maxi-controllo: settanta persone sono state identificate (cinquanta extracomunitari e venti italiani). Gli agenti della Mobile, della Volante e dell’Immigrazione hanno setacciato tutti i luoghi più “caldi” di Bolzano: il Talvera, Vicolo Sabbia, via Macello, via Perathoner, i giardinetti di fronte alla stazione ferroviaria. Solo una persona è risultata irregolare sul territorio, mentre un giovane della Guinea è stato denunciato per spaccio di sostanze stupefacenti (in tasca aveva un grammi di hashish, suddiviso in tre dosi). E gli altri? Gli stranieri fermati e identificati erano in possesso di un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Molte delle persone fermate hanno però precedenti per spaccio, furto e aggressione. Tra di loro, anche un nigeriano che era stato arrestato solo poche settimane fa perché trovato in possesso di 50 grammi di eroina pura.

Tra gli stranieri, molti non possono essere respinti perché risultano politicamente perseguitati o perché è in corso una guerra nei Paesi d’origine. Alle forze dell’ordine non resta altro che aumentare i controlli e denunciare chi sgarra.

E se nelle classifiche nazionali Bolzano finisce quasi sempre sul podio per quanto riguarda la qualità di vita, ultimamente - nel suo piccolo - il capoluogo si trova a dover affrontare una serie di problemi che preoccupano sia la popolazione che le forze dell’ordine. Basti pensare alla raffica di furti in appartamento, alle spaccate ai danni dei commercianti del centro storico o di via Torino, la rapina sul Lungotalvera, dove quattro magrebini hanno malmenato e rapinato due minorenni. E poi lo sgombero di una vera e propria baraccopoli, sotto ponte Virgolo, a pochi passi dal centro storico, dove una ventina di extracomunitari viveva tra cartoni, spazzatura ed escrementi. Ma le baracche trovate dai carabinieri e dai vigili urbani sono solo la punta dell’iceberg. Basta fare un giro sotto un ponte qualsiasi del capoluogo per trovare degrado e povertà: spazzatura, siringhe usate, tracce di sangue, clochard storici e clochard di “ultima generazione”, persone sbandate e profughi che indietro non possono tornare, ma non sanno nemmeno come andare avanti.

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