Kompatscher ieri all’eurac 

«Convenzione, percorso di dibattito e confronto»

BOLZANO. L’autonomia non dovrà riformarsi in modo necessariamente "convenzionale". O convenzionato. Nel senso che le proposte uscite dal "Konvent" saranno sì dibattute dalla politica e dai suoi...



BOLZANO. L’autonomia non dovrà riformarsi in modo necessariamente "convenzionale". O convenzionato. Nel senso che le proposte uscite dal "Konvent" saranno sì dibattute dalla politica e dai suoi organismi istituzionali (consigli, giunta) ma accolte solo nelle loro "linee di consenso". Ecco cosa ha spiegato Arno Kompatscher ieri all’Eurac ad alcune decine dei duemila partecipanti ai vari passaggi del processo partecipativo prima con i gruppi di ascolto, poi con la consulta fino ai "33" che hanno proposto un testo alquanto divisivo, soprattutto nei suoi passaggi di superamento dell’assetto previsto dallo Statuto (autogoverno, autodeterminazione). «La convenzione ha avuto un senso soprattutto come percorso - ha detto il governatore - come luogo di dibattito e di confronto. Ma chi vi ha partecipato deve capire e sapere che il loro compito non era quello di elaborare un testo di riforma, di riscrivere un nuovo statuto. Il senso ultimo di quanto è stato fatto in questi mesi e che ora la politica farà proprio è invece questo: c’è stata una linea di consenso generale sul fatto che l’autonomia va sviluppata e riempita di nuovi contenuti». Che la sua spinta propulsiva, insomma, non si è esaurita col secondo statuto. Ma le accelerazioni divisive, i richiami all’autodeterminazione? «Innanzitutto va chiarito, soprattutto in questo clima di crisi spagnola e catalana, che autodeterminazione non è secessione. Qui si è parlato semmai di percorsi condivisi per giungere a forme di autogoverno. E in ogni caso, è stato importante conoscere posizioni e idee diverse. Poi, ripeto, quello che è uscito dalla convenzione non è un testo, sono linee programmatiche. Il testo uscirà dalle sedi istituzionali». Ma anche il metodo, a detta di molti osservatori, ha mostrato vuoti e mancanza di reale rappresentazione della società, con l’avvenuta presa di possesso di molti "tavoli" da parte delle frange più attive della destra sudtirolese di valle ma anche della destra interna Svp. E qui Kompatscher fa una riflessione: "Era la prima volta. Ogni metodo può essere perfezionato. Ma, indubbiamente, è mancata una chiara comunicazione del senso di questa operazione. (p.ca.)













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