L'INTERVISTA ALL'ALTO ADIGE

Convivenza, la società altoatesinaraccoglie l'appello del vescovo

Tutti d'accordo con Golser: "La politica si adegui a quello che accade già altrove"


Davide Pasquali


BOLZANO. «Italiani e tedeschi, attenti a non dividervi». L’appello lanciato dal vescovo Karl Golser è stato accolto positivamente dalla società civile: sindacalisti, imprenditori, professionisti, artigiani sono completamente d’accordo: «Nel mondo economico la convivenza esiste già, non così in politica».
 Nell’intervista pubblicata ieri sulle colonne del nostro giornale, il vescovo Karl Golser ha lanciato un appello a favore della convivenza fra altoatesini di lingua italiana e tedesca. Ha chiesto in primo luogo di «considerare la presenza di altre lingue e culture come ricchezza e non come minaccia per la propria identità. Per farlo è necessario essere sicuri della propria identità». Golser ha parlato di italiani e tedeschi come dei «due polmoni che danno forza e vita alla nostra terra». Due gruppi che oltre a convivere dovrebbero lavorare per riuscire a vivere in simbiosi, anche con le nuove culture, giunte a seguito dell’ondata immigratoria.
 «Sono assolutamente d’accordo con le parole del vescovo», dichiara il segretario provinciale della Cgil, Lorenzo Sola. «Sono necessari soprattutto passi avanti e passi indietro da parte della politica. Bisogna che si accantonino le forzature. C’è bisogno di lavorare concretamente, proprio come sta facendo il vescovo. Ovviamente Golser deve limitarsi agli appelli, a noi sta raccoglierli. Si deve costruire un’alternativa politica, che parta dalla base e si muova secondo logiche diverse. Non rimettiamo in campo l’ennesimo inutile partito degli italiani, impostando l’ennesima campagna elettorale sul monumento alla Vittoria. Pensiamo invece ad intese differenti, fra italiani, tedeschi, mistilingui e immigrati, unendoci sui temi sociali: scuola veramente bilingue, nuove povertà».
 D’accordo col vescovo è anche Enrico Valentinelli, ex presidente dell’Associazione industriali. «Un appello indispensabile in questo momento, con il recente tentativo per la doppia cittadinanza. Un’azione di disturbo che non facilita la convivenza. Non imponiamo nuove clausole. A livello imprenditoriale le barriere sono state rimosse da tempo, anche perché la contrapposizione non conviene. A livello della società civile, però, forse c’è bisogno di questo genere di richiami. Questo vescovo si sta impegnando su molti fronti, lavora concretamente. Un uomo coraggioso e innovativo». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Vittorio Repetto, vicepresidente del Collegio costruttori edili. «Il mondo economico è completamente aperto. Si è dovuto aprire anche in Alto Adige. Non solo all’Austria e all’Italia, ma verso l’intero mondo. Tutti dobbiamo cambiare mentalità, sempre di più».
 «Non si può che essere d’accordo con Golser», commenta invece Arrigo Simoni della Cna. «All’interno della nostra associazione la convivenza è realtà, non così nella politica. Probabilmente, ogni tanto, un appello del genere è necessario, e dovrebbe essere raccolto in primo luogo dai politici, spesso troppo lontani dal mondo reale».
 Il vescovo ha perfettamente ragione anche secondo l’avvocato Gerhard Brandstätter, presidente della Fondazione Cassa di risparmio: «La convivenza nella nostra terra è fondamentale, e in molte realtà esiste. Si pensi agli avvocati: siamo metà italiani, metà tedeschi. Le singole identità devono essere mantenute, ma la politica non deve esasperare le differenze. Per fortuna i tentativi di strappo sono da ascrivere solo ad alcuni, singoli politici. Ma noi dobbiamo lavorare comunque per limitare ancora di più le tensioni».













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