Coro di no al venerdì «corto» dei provinciali

Duri imprenditori, commercianti e albergatori: «Chiudendo gli uffici alle 12 non si risparmia ma si creano solo disservizi»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Categorie economiche sulle barricate per la proposta della Provincia e dei sindacati dei lavoratori pubblici di mandare a casa gli impiegati il venerdì a mezzogiorno per ridurre i costi di luce e riscaldamento e contribuire così alla spending review. Sono sostanzialmente due le obiezioni sollevate da imprenditori, commercianti, albergatori e artigiani: quest’operazione rischia di creare solamente un’altra casta di privilegiati rispetto ai lavoratori del privato e l’unico effetto pratico sarebbe quello di creare disservizi e aumentare i tempi di attesa per le aziende ma anche per i privati. I più duri a riguardo sono Stefan Pan, presidente di Assoimprenditori, e Walter Meister, a capo degli albergatori dell’Hgv. Ma non scherzano nemmeno il vicepresidente dell’Unione commercio Dado Duzzi e il presidente degli artigiani della Cna Claudio Corrarati. «Se ogni venerdì gli uffici provinciali restano chiusi già dalle 8 - ironizza Walter Meister - allora risparmiamo ancora di più. Battute a parte devo dire che è una proposta illogica, senza capo né coda. L’unico risultato sarebbe quello di accrescere il divario, in termini di impegno e produttività, tra lavoratori del pubblico e del privato creando nuovi disservizi per utenti e imprese che al venerdì devono poter trovare sempre un interlocutore per portare avanti le loro pratiche. Il risparmio sarebbe reale solo se i dipendenti pubblici non venissero pagati per le ore in meno, che invece recupereranno, immagino, a ridosso della pausa pranzo o quando comunque non c’è bisogno della loro presenza. In sintesi: è una follia che non possiamo permetterci, men che meno in tempi di crisi».

Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan. «Un risparmio di energia di 4 ore a settimana sicuramente non contribuisce a far quadrare i conti e non aumenta la produttività dei lavoratori pubblici. Il rischio è quello di penalizzare chi invece il venerdì pomeriggio lavora e ha bisogno di una risposta o di risolvere un problema burocratico». Per risparmiare, secondo Pan, c’è un altro sistema. «Dobbiamo copiare il Trentino, dove si assume un lavoratore solo quando ne vanno in pensione cinque». Anche secondo Dado Duzzi dell’Unione non è questo il modo di “liberare” risorse: «I risparmi sarebbero modesti e chi lavora nel privato faticherebbe ad accettare questo ulteriore privilegio. Bisogna intervenire alla radice: in Svizzera ogni 100 occupati 13 lavorano nel pubblico, in Austria saliamo a 18 e da noi a 27. Troppi. Non è questo il modo di venire incontro alle richieste degli utenti e delle imprese». Per Claudio Corrarati, presidente della Cna, una decisione di questo tipo «non può contribuire, da sola, a far risparmiare i 16 milioni di euro originariamente previsti nella Finanziaria. Si pone poi un problema di produttività: è già ora così bassa, al venerdì pomeriggio, da poter rinunciare di colpo all’apporto di migliaia di lavoratori?».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità