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Coro Rosalpina, il maestro Stefani va in “pensione” 

 A 76 anni lascia la direzione del prestigioso coro della sezione Cai di Bolzano dopo 29 anni. Entrò come corista nel lontano 1976. Ora verrà sostituito dal trentenne Roberto Marchione


Fabio Zamboni


BOLZANO. Nel giugno del 1945 alcuni giovani che avevano in comune l’amore per le montagne e per il canto popolare diedero vita, prima in maniera spontanea poi più strutturata, al coro Rosalpina che divenne, in seguito, il coro del Cai sezione di Bolzano. Grazie all’attività svolta in questi settantasette anni e alla qualità e originalità del repertorio, il coro presieduto da Roberto Polita si è affermato tra quelli più quotati dell’intero arco alpino.

Se il complesso vocale ha 77 anni, quasi 77 ne ha anche il suo Maestro, che ora a 76 lascia con tanta nostalgia il “suo” coro per un meritato pensionamento. Ed ecco la notizia: Stefano Stefani, barbona da patriarca, carismatico direttore del Rosalpina dal 1993, lascia il suo posto di direttore al giovane Maestro Roberto Marchione, trent’anni e tanta voglia di rilanciare il complesso vocale bolzanino.

Stefani lascia serenamente, senza rimpianti, perché ha scelto di cambiare vita, raggiungendo stabilmente la figlia che ora vive in Calabria. E dunque lascia con gioia, portandosi in valigia tutto l’affetto e la stima dei suoi coristi.

Nato nel 1946, Stefano Stefani iniziò a cantare a vent’anni assieme alla madre nella corale polifonica Mozart, facendo poi esperienza in alcuni cori bolzanini quali il Laurino, prima come corista e poi come maestro, dopo aver frequentato uno specifico corso per maestri di coro a Trento.

Entrato nel Rosalpina come corista nel 1976, dal 1993 e per 29 anni Stefani è stato una guida preziosa, anche negli ultimi anni che l’hanno visto fare il pendolare da Ruffré, dove si era trasferito, a Bolzano per le prove e i concerti. Una guida non solo musicale, esempio, com’è stato, anche di umanità ed entusiasmo. Per salutarlo degnamente, il Cai ha organizzato per lui una festa nella quale gli è stata consegnata una speciale stele in cristallo.

Il nome del coro Rosalpina è stato portato con onore in quasi tutti i Paesi europei, oltre che nell’isola di Malta, e persino in Libano e in Siria. Un’attività concertistica davvero di tutto rispetto, considerando gli oltre 1500 concerti, per non parlare delle numerose registrazioni radiofoniche e televisive, realizzate da emittenti italiane e straniere, ultimamente anche via satellite.

Parte delle sue canzoni è stata inserita nella pubblicazione “Canti delle Dolomiti” che spesso costituisce un severo banco di prova per i cori privi di un proprio repertorio. Un repertorio originale, costituito da molti motivi che due grandissimi musicisti, i maestri Nunzio Montanari e Silvio Deflorian, hanno armonizzato proprio per il coro Rosalpina.

Nel 2020 il complesso vocale ha compiuto 75 anni, un prestigioso traguardo, senza poterli però festeggiare a causa della pandemia. Ma la voglia di ricominciare è forte, anche se la sala prove di via Roen numero 6 è rimasta troppo a lungo tristemente silenziosa. Ora la ripartenza, con un nuovo direttore, diplomato al Conservatorio Monteverdi.

Roberto Marchione ha il delicato compito di rimpiazzare Stefano Stefani e quello ancor più arduo di trovare corde vocali “fresche”: un’iniezione di gioventù è infatti l’obiettivo che il coro si pone per potersi rilanciare e poter rimediare a qualche defezione dovuta all’età, senza tradire la sua originale fisionomia. “Ci proveremo anche attraverso il contatto con le scuole – spiega il presidente Polita - anche per far conoscere la nostra tradizione e trasmettere la voglia di cantare assieme”. Il Rosalpina non ha il “solito” repertorio. «È vero. Ci distinguiamo da sempre, fin dai tempi cioè del fondatore Ezio Frisanco, per le tonalità alte e per armonizzazioni originali firmate da arrangiatori come Nunzio Montanari e Silvio Deflorian. Insomma, abbiamo uno stile particolare e riconoscibile, anche grazie alla “bacchetta” del nostro collaudatissimo direttore Stefano Stefani. Che ora salutiamo con un caloroso grazie”.













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