Corrarati è pronto: ma niente primarie e il Pd lasci la sinistra

Il leader della Cna: alleanza trasversale senza poli estremi Le priorità: sicurezza, strade, sostegno alle aziende


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Non tutti i possibili candidati sindaci sono uguali. Alcuni, come Claudio Corrarati, sono più papabili di altri. Non è un mistero che Corrarati, presidente della Cna, sia uno dei nomi su cui puntano alcuni pezzi forti del Pd. Corrarati non si è ancora esposto definitivamente, ma ha iniziato una serie di incontri per sondare il consenso attorno a sé. Insomma, ci crede. E ha anche le idee chiare, che presenta in questa intervista. Alcune di queste idee potrebbero minare la sua candidatura. Una su tutte: Corrarati non ha intenzione di sottoporsi a primarie. Sabato è invitato alla Leopoldina di Tommasini e Costa. Interverrà via Skype da Firenze, dove si troverà per l’assemblea nazionale della Cna.

Corrarati possibile candidato sindaco. Lo diamo ormai per scontato.

«Non ho sciolto la riserva. Continuo a essere un imprenditore e il presidente della Cna, ruolo di cui sento la responsabilità. È questo che mi porta a vedere la situazione dall’esterno. Con interesse però... sia chiaro. Questo è un periodo in cui la politica fa un po’ “spavento”. Se provi a entrare, le persone ti chiedono, “chi te lo fa fare?”. La mia risposta è : “Sta a tutti noi ridare credibilità alla politica, dal semplice cittadino al sindaco, al parlamentare”. Scappare verso le liste civiche è stata la reazione di chi ha provato a farsi ascoltare in modo nuovo. Non vale solo per la politica. Stanno crescendo esperienze di aggregazione di imprenditori che non vogliono farsi incasellare nelle nostre associazioni di categoria. Un segnale che sarebbe pericoloso ignorare».

Alla Leopoldina sfileranno diversi possibili candidati. Ha preparato un intervento?

«Sì, l’ho inviato agli organizzatori, nel caso non potessi intervenire da Firenze. Esordisco parafrasando “L’anno che verrà” di Lucio Dalla: ci stiamo preparando, è questa la novità. Dopo tanti anni si prova a lavorare in anticipo, non a subire i problemi».

Le sue idee per Bolzano?

«Nel 2004 Bolzano venne premiata per il piano di idee che fornì le basi alle due giunte di Spagnolli. Le idee sono lì, abbozzate da 10 anni, dal recupero del Virgolo all’areale ferroviario, al Pru di via Garibaldi. Non resta che scegliere i quattro, cinque temi più importanti per i cittadini».

Lei avrà un suo schema.

«Primo, la sicurezza per vivere sereni nella propria città. Certo, dopo quanto è accaduto a Parigi sappiamo che dovremo portarci dentro la paura per chissà quanti anni. Secondo, l’economia del fondovalle. Bolzano è così in crisi perché serve un piano per tutelare le aziende del fondovalle. In Alto Adige esistono due economie distinte: non puoi pensare di utilizzare i medesimi schemi per le città e per la periferia. Terzo, la viabilità. Non possiamo aspettare ancora gli interventi promessi dalla Provincia. Quarto, i rifiuti. Bolzano ha accettato il termovalorizzatore e allo stesso tempo ha deciso di separare i rifiuti. Ciò si traduce in un costo doppio, perché l’inceneritore non ha una ricaduta economica positiva sulla città e le tariffe restano alte. Le nostre aziende non vengono premiate per lo smaltimento».

Quale la sua proposta?

«Va fatto rendere al massimo l’inceneritore».

Importando rifiuti?

«L’idea spaventa, ma è pacifico che servano più rifiuti per fare funzionare l’impianto. L’alternativa è non separare più, ma non è una proposta accettabile nel 2016, in una provincia “green”».

Aeroporto sì?

«Sì all’aeroporto e sì al Bbt . C’è il tema della mobilità interna e c’è il tema della raggiungibilità. È inutile puntare ad essere una provincia di eccellenza, se poi non siamo facilmente raggiungibili. E se faremo arrivare 170 mila persone all’anno con l’aeroporto, non potremo farle ingolfare in via Galilei per andare in Badia».

Affronterebbe le primarie?

«No. Mi sembrano diventate una sorta di supplenza della non capacità di decidere dei partiti. Ne usciremmo tutti più deboli. Dopo il maxi astensionismo delle comunali di maggio, dopo la caduta della giunta Spagnolli, un candidato uscirebbe dalle primarie “incoronato” con 200 voti, cioè debole per ogni trattativa. Le forze politiche devono prendersi la responsabilità di scegliere un progetto».

Renzo Caramaschi, altro possibile candidato di peso, è favorevole a una alleanza di centrosinistra, ecosociali compresi. Il suo modello?

«Sono presidente di una associazione che raccoglie esponenti di diverse forze politiche. Ho imparato che sui “fondamentali” i punti di incontro si trovano. Sinistra, destra, centro, le differenze sono molto sfumate su temi come sicurezza, welfare e lavoro».

Non è invece il campo su cui si scontrano visioni contrapposte?

«Certo che sul welfare la destra è pronta a tagliare teste e la sinistra punta ad altro. Spending review non significa mandare a casa le persone, ma rendere efficiente la macchina. E se si arrivano a individuare esuberi, nella mia esperienza di azienda destra e sinistra sono concordi: si capisce cosa è troppo e cosa è troppo poco. Credo che potrei rappresentare questo tipo di realtà. Una città con una mano tesa, perché altrimenti non esiste socialità, e con una mano ferma: decisioni, sorveglianza, fermezza nelle scelte, ascolto di tutti, al di là delle provenienze e della madrelingua. I poli estremi ormai provocano solo un imbarazzo generale».

Traduzione: Corrarati correrebbe con uno schieramento trasversale dal centrodestra al centrosinistra.

«Certo. I partiti fanno ancora fatica a calarsi in questa mentalità. Per questo i cittadini cercano nelle liste civiche una visione ad ampio raggio».

Pensa a una sua civica?

«Assolutamente no. Potrei essere il riassunto di un discorso preparato da altri».

Parla tedesco? Dopo Spagnolli il sindaco bilingue viene dato per acquisito.

«Lo parlo, tengo corsi di sicurezza sul lavoro in tedesco. Quando ho dovuto imparare il tedesco, ho finalmente conosciuto questa terra e mi sono sentito di farne parte».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità