l’allarme

Corrarati: «A rischio 150 posti nelle aziende artigiane»

BOLZANO. «In questo momento ci si preoccupa dei soci delle cooperative per i quali si allunga l’attesa per avere la casa e del salvataggio dei 50 dipendenti della Cle, intendiamoci è giusto farlo,...


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «In questo momento ci si preoccupa dei soci delle cooperative per i quali si allunga l’attesa per avere la casa e del salvataggio dei 50 dipendenti della Cle, intendiamoci è giusto farlo, purché non ci si dimentichi delle piccole aziende subappaltatrici che rischiano di saltare, se Cle non pagherà i debiti». Claudio Corrarati, presidente della Cna (artigiani), si fa interprete della crescente preoccupazione di artigiani e fornitori di materiali che sono legati a doppio filo alle sorti della Cle, la più importante impresa di costruzioni italiana dell’Alto Adige, che ha sede in via Druso. Fondata 40 anni fa dal geometra Roberto Rossin assieme ad altri dodici soci, la Cle, affiliata a Legacoop, in questi anni ha costruito moltissimo, diventando una sorta di partner privilegiato di Confcoop e Lega nella realizzazione di centinaia di alloggi in giro per la provincia.

«È vero, degli appalti ottenuti dalla Cle hanno beneficiato anche i nostri artigiani, ma adesso non si può pretendere che paghino per scelte imprenditoriali fatte da altri».

Corrarati si riferisce all’operazione immobiliare che la Cooperativa lavoratori edili ha fatto nel Milanese, dove si è puntato su alloggi di lusso (circa 7 mila euro al metro quadrato), nella convinzione che i ricchi disposti a spendere ci sono anche in tempi di crisi. Le cose però non sono andate come previsto e questo ha messo in grossa difficoltà l’azienda che si è vista costretta a bloccare i cantieri a Druso Ovest (25 alloggi), lotto C di Casanova (84), Toggenburg 2 a Pineta di Laives (32), dove si stanno realizzando alloggi in cooperativa. La speranza è che i lavori ripartano al più presto e i vertici di Cle stanno lavorando per questo, ma al momento non ci sono certezze.

Quante sono le aziende artigiane subappaltatrici che hanno lavorato per la Cle e che adesso vantano crediti nei suoi confronti?

«Sono almeno una quindicina, tra idraulici, falegnami, pavimentisti, che hanno in media una decina di dipendenti ciascuna. Questo significa ci sono circa 200 posti di lavoro a rischio, di cui però nessuno parla».

Si sono rivolti a voi?

«Sì, perché sono disperati, non sanno più dove sbattere la testa. Hanno assolutamente bisogno di essere pagati per i lavori fatti per conto della Cle. Loro hanno fornito materiali e manodopera, hanno pagato dipendenti e tasse in attesa dei pagamenti di Cle che però non sono mai arrivati».

La Cle ha chiesto ai creditori un aiuto per superare l’impasse.

«Scusi, ma mi sembra una strada non praticabile».

Perché?

«Perché non si può chiedere a chi ha fatto da “seconda banca”, acquistando materiali e fornendo manodopera, di mettere altri soldi per costituite una “newco” (nuova azienda), nella speranza di vedersi prima o poi liquidati i propri crediti».

L’alternativa è perdere tutto.

«No, l’alternativa è mettere intorno a un tavolo Cle, piccoli artigiani e banche locali, per elaborare un progetto di riqualificazione del debito. Anche la Provincia deve intervenire attraverso le cooperative di garanzia. E poi ci sono Legacoop e Confcoop che devono fare la propria parte in una situazione che, ripeto, è delicatissima e riguarda principalmente la città di Bolzano, dove la disoccupazione è già all’8% contro il 3,8 del resto della provincia. Non mi sembra sia il caso di peggiorare ulteriormente un quadro alquanto critico».

Alle banche locali in particolare cosa chiedete?

«Di non tagliare le linee di credito alle piccole aziende che sono già in difficoltà, per il fatto di essere in qualche modo collegate alla Cle che sta attraversando un momento di crisi. Negli ultimi anni le banche locali hanno ridotto del 27% l’accesso al credito, non si può reggere un’ulteriore limitazione».













Altre notizie

Tennis

Sinner torna in campo, nel Principato primo allenamento verso il Roland Garros

Dopo le cure all’anca al J Medical, Il campione di Sesto ha ripreso in mano la racchetta a Montecarlo sotto la supervisione coach Vagnozzi e Cahill. Ma non ha sciolto le riserve sulla sua partecipazione a Parigi (foto Instagram Sinner)

LA SPERANZA Il post di Cahill che fa sperare i tifosi
IL CAMPIONE "A Parigi solo se sarò al 100%"
DOLORE Per il problema all'anca Sinner si affida al centro della Juve
GOSSIP Nuova fiamma per Jannik? Il gossip su Anna Kalinskaya

Attualità