Controlli

Corrieri, 69 in nero e 185 irregolari Società nei guai: 600mila euro di multe

Operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Egna, scoperte gravi irregolarità da parte di quattro aziende altoatesine. Dipendenti in turno nei giorni di ferie e straordinari non pagati: quasi 500 mila gli euro non versati per i contributi previdenziali dei lavoratori


Aliosha Bona


BOLZANO. Sessantanove autisti in nero, quindi sconosciuti al fisco, e altri 185 irregolari, costretti a lavorare anche se formalmente in ferie. Così quattro società altoatesine, operanti nel settore del trasporto di merce, avevano pensato di evadere le tasse e omettere i versamenti per la pensione: ora sono state sanzionate per un totale di oltre 600 mila euro.

È l'epilogo dell'operazione «Express Drivers», condotta dalla Guardia di Finanza di Egna, in collaborazione con gli uffici ispettivi dell'Inps.

L'operazione

A fare insospettire le pattuglie delle Fiamme gialle, che nel corso delle ultime settimane hanno intensificato i controlli sulle strade, sono state le informazioni fornite dagli autotrasportatori: quasi tutti, alla consegna dei documenti, hanno indicato le stesse imprese. È qui che il sistema elaborato per eludere il fisco si è sgretolato come neve al sole. Perché gli accertamenti alle banche dati hanno rivelato come il numero di personale assunto ufficialmente dalle aziende coinvolte fosse di molto inferiore agli autisti identificati. Le forze dell'ordine hanno così intrapreso un'attività ispettiva più mirata, facendo emergere la realtà di oltre 250 lavoratori, la maggior parte stranieri, impegnati nella consegna "porta a porta" di merci acquistate on-line. 185 di loro, pur regolarmente assunti, ricevevano una busta paga di gran lunga più "povera" rispetto alle ore effettivamente prestate: straordinari non pagati e giorni di "ferie" passati in turno. Per non parlare di coloro che uno straccio di contratto non lo hanno mai visto, ma che, senza aver diritto ad alcuna indennità per malattie o infortuni, prestavano regolarmente servizio. In questi modo i risparmi illeciti sui costi del lavoro servivano per ottenere un vantaggio sul mercato rispetto ad altri imprenditori del settore. Così facendo le aziende in questione, essendo appaltatrici, ottenevano importanti commissioni da colossi della logistica. Gravissime le irregolarità: quasi 500mila gli euro non versati per i contributi previdenziali dei dipendenti, mentre fra i lavoratori in nero ben dieci percepivano dallo Stato la "naspi", l'indennità mensile per i disoccupati involontari. Le prime anomalie risalgono ai tempi della pandemia. Nonostante una delle aziende sotto indagine avesse richiesto l'applicazione della cassa integrazione per alcuni corrieri, nessuno di loro era rimasto realmente a casa. «Le posizioni di quattro legali rappresentanti delle quattro società», si legge nella nota della Guardia di finanzia, «sono state rimesse al vaglio della magistratura per dichiarazione infedele, occultamento di scritture contabili, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e omesso versamento di contributi previdenziali».

I sindacati

«Il fenomeno esiste e viene sottovalutato a Bolzano», commenta la segretaria generale della Cisl Donatella Califano, «Il lavoro grigio è molto diffuso anche nell'agricoltura e nell'edilizia. In realtà non ci sono mestieri che non ne siano anche minimamente coinvolti. C'è chi non dichiara la barista o il cameriere: in questi ambiti è facile diventare invisibili. Chi aderisce a questo tipo di trattamenti sono spesso donne o chi ha difficoltà con i documenti. Vengono messi di fronte a un bivio: o accetti queste regole del gioco o rimani per strada. Non hanno alternative». Dura anche la presa di posizione della Uil. «Ora bisogna aumentare i controlli nell'applicazione dei contratti di lavoro. Altrimenti ci troveremo di fronte a casi simili sempre più spesso. E anche il trasporto pubblico va tutelato», protesta Artan Mullaymeri.













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