Corruzione, l’Asl ha licenziato Facchini 

Il provvedimento preso all’unanimità dalla commissione disciplinare per grave danno d’immagine. Filmato devastante


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Marco Facchini, l’ex direttore “pro tempore” dell’ufficio edilizia dell’ospedale di Bolzano, è stato licenziato in tronco dall’Azienda sanitaria locale altoatesina. Il provvedimento è stato deciso all’unanimità dalla commissione disciplinare coordinata dall’avvocato Marco Cappello, direttore della ripartizione legale dell’Asl. Il licenziamento è stato disposto con effetto immediato nonostante il geometra Facchini fosse già sospeso a stipendio zero (dunque senza alcun aggravio economico per la pubblica amministrazione) in attesa della definizione della sua posizione processuale nell’inchiesta tutt’ora in corso per presunte “mazzette” incassate nella gestione di piccoli appalti per importi “sotto soglia”, cioè inferiori ai 40 mila euro. La commissione disciplinare ha ritenuto di non dover attendere l’esito dell’inchiesta penale. Troppo pesante il danno d’ immagine provocato all’Asl dall’ ex dirigente, filmato nel proprio ufficio dalle microtelecamere della Guardia di Finanza mentre conta le banconote da 50 euro di una tangente appena incassata. Immagini devastanti, riproposte l’altra sera anche da quasi tutte le televisioni a livello nazionale e diffuse anche sulla piattaforma web di “Youtube”. Nel frattempo Marco Facchini (difeso dall’avvocato Giancarlo Massari) rimane agli arresti domiciliari. L’inchiesta si preannuncia ancora lunga. Sinora gli uomini della Guardia di Finanza hanno evidenziato presunte irregolarità nella gestione di 25 micro appalti su 125 controllati ma gli accertamenti sono destinati a proseguire nei prossimi giorni perchè la situazione appare molto complessa. Le imprese edili coinvolte (che avrebbero battuto la concorrenza in maniera fraudolenta) sono otto ma solo per sei impresari il giudice Andrea Pappalardo ha disposto la sospensione da ogni attività per un anno a titolo cautelare. Non sempre le contropartite per l’assegnazione dei piccoli appalti sarebbero state costituite da microtangenti in denaro. In diversi casi le imprese indebitamente favorite si sarebbero “sdebitate” portando a conclusione lavori nelle proprietà immobiliari private dell’ex direttore. In questi casi, per sostenere l’accusa, sarà necessaria una valutazione sui singoli interventi edili effettuati, dimostrando la presunta applicazione di prezzi di favore. Nessuna impresa è così imprudente e poco accorta da avviare un cantiere senza una contabilità, almeno di facciata. Per la Procura un lavoro certosino. Proprio per questo, il sostituto procuratore Igor Secco, titolare dell’inchiesta, si è affidato ad un consulente tecnico che sta analizzando tutti gli incartamenti sequestrati. Al momento è dunque difficile quantificare i vantaggi economici indebitamente goduti - secondo l’accusa - dall’ex direttore Facchini. Il cuore del processo è qui. L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Pappalardo è di 137 pagine. Un “malloppo” che gli avvocati stanno ancora studiando in attesa delle prime udienze di garanzia e dei ricorsi al tribunale del riesame. I capi d’imputazione contestati a tutti gli indagati sono dieci. Quasi tutti gli episodi fanno riferimento all’anno 2015. Contestata la corruzione, la turbativa d’asta, la truffa (per l’inserimento nelle scritture contabili di dati non veritieri). In sostanza la Procura ritiene provato che molte fatture, per lavori commissionati dall’Azienda sanitaria locale, fossero state “gonfiate” artificiosamente, inserendo rimborsi per spese mai sostenute. Un escamotage per recuperare i soldi necessari per il pagamento delle micro tangenti. Nelle prossime ore dovranno delinearsi anche le strategie difensive degli impresari che rischiano il blocco delle proprie attività per un anno. Sono tutti legati a filo doppio alla posizione di Facchini (nella corruzione c’è chi paga e chi incassa). Eventuali ammissioni affosserebbero anche l’ex direttore Facchini.

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