Corruzione, la Procura vuole il processo 

Notificato al geometra Facchini l’avviso di conclusione indagine che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Nei confronti del geometra Marco Facchini, l’ex direttore dell’ufficio edilizia dell’ospedale di Bolzano sotto inchiesta per corruzione, la Procura non ha cambiato posizione e vuole il processo. Qualche giorno fa al professionista inquisito (difeso dall’avvocato Giancarlo Massari) è stato notificato l’avviso di conclusione indagine, atto formale che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Contestualmente all’avviso di chiusura dell’inchiesta la Procura ha anche depositato la complessa perizia contabile sulla gestione di una serie di micro appalti per i quali alcuni artigiani avrebbero ottenuto un trattamento di favore. In sostanza, secondo la pubblica accusa, in molti casi l’assegnazione dei lavori sarebbe stata pilotata. Per mesi e mesi nel mirino della Procura sono finiti i cosiddetti appalti “sotto soglia” (cioè per importi non superiori ai 40 mila euro) da gestire con assegnazione diretta. All’ex direttore dell’ufficio edilizia dell’ospedale di Bolzano è stato in primo luogo contestato il mancato rispetto di una certa rotazione nell’assegnazione dei lavori ma l’indagato si è sempre difeso affermando di aver preferito affidarsi ad imprese ed artigiani in grado di garantire una certa affidabilità sulla base delle esperienze precedenti. Per gli inquirenti, invece, Marco Facchini avrebbe forzato determinate assegnazioni per agevolare le imprese inserite in un cerchio di “rapporti amicali” da cui poi poter trarre vantaggi personali. Secondo la Procura della Repubblica l’esito della perizia contabile avrebbe confermato la tesi accusatoria. Valutazione che molto probabilmente sarà contestata dalla difesa che ora avrà tempo sino al 15 settembre per depositare nuova documentazione difensiva o chiedere un interrogatorio del geometra indagato. Gli accertamenti contabili hanno riguardato in particolare i prezzi accordati alle ditte prescelte per 125 appalti. Alcune ditte sarebbero poi state coinvolte da Facchini anche a titolo personale per lavori commissionati in immobili di proprietà. L’ex direttore ha sempre sostenuto di aver pagato personalmente i lavori sino all’ultimo centesimo ma gli inquirenti hanno fatto valutare anche le relative fatture e gli importi applicati (sulla base dei prezzi medi di mercato). Il sospetto è che i prezzi applicati alle imprese per l’effettuazione dei lavori fossero in qualche maniera “gonfiati” per ottenere un margine da utilizzare per possibili lavori a prezzi di favore commissionati privatamente dall’indagato o per ricavare la risorse necessarie per il pagamento di microtangenti. Questo, per lo meno, è il teorema d’accusa che secondo la Procura avrebbe trovato conferma dall’esito degli accertamenti. L’avviso di conclusione dell’indagine è stato notificato anche ai sei artigiani e titolari di imprese coinvolti nell’inchiesta uno dei quali venne all’epoca dei fatti filmato dalle telecamere spia - piazzate dagli inquirenti - mentre consegnava al geometra Facchini una busta contenente del denaro. L’ex direttore ha sempre sostenuto che si sarebbe trattato di un pagamento per un acquisto personale ma la Procura ritiene di poter provare che in realtà si sarebbe trattato della consegna di una micro tangente. Nel frattempo i legali del geometra Facchini (che venne licenziato in tronco dall’Asl dell’Alto Adige) hanno messo definitivamente a punto il ricorso d’urgenza al giudice del lavoro per contestare la decisione dell’Azienda sanitaria di applicare la sanzione massima (cioè il licenziamento) prima della conclusione del procedimento penale. Marco Facchini intende ottenere il reintegro con eventuale sospensione cautelare dalle mansioni.

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