IL REPORTAGE

Corvara in Passiria isolata da nove giorni, sepolta dalla neve e con l'incubo delle valanghe

Un paesino di 230 abitanti, tagliato fuori dal resto del mondo o quasi, a 35 km da Merano. Sui tetti, i blocchi di giaccio si tagliano con la sega. I vigili del fuoco fanno la spola per fare scorte di viveri e portano a valle il latte appena munto. Ecco il nostro racconto - A cura di Paolo Cagnan e Riccardo Valletti
Foto/1: Verso il paese, tra muri di neve - Foto/2: In paese tutti a spalare - Foto/3: Distrutto il rifugio Petrarca
Video/1: "Isolati, ma senza drammi" - Video/2: L'inarrestabile marcia della valanga
Documenti: 1/ Gennaio da record - 2/Le mappe che fotografano la neve - 3/ Situazione meteo
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CORVARA IN PASSIRIA. Sotto il primo sole dopo una settimana, gli abeti scaricano la neve che s’arrende al tepore. Sembrano lacrime di sollievo per i rami costretti da giorni a sopportare quella sfibrante zavorra bianca. Devono prepararsi a nuove fatiche perché già oggi sono previsti nuovi fiocchi.

Con le carriole sui tetti a spalare via due metri di neve (Fotoservizio Acero)

Corvara in Passiria è una frazione che vive in placido isolamento dallo scorso fine settimana, da venerdì la parte superiore del paese e da sabato quella inferiore: troppo alta la minaccia di slavine sull’unica strada. Poco più di duecento anime incuneate fra le pareti quasi verticali tra Moso e passo Rombo, un gruppuscolo di case sopra i 1400 metri sparpagliate attorno alla chiesa e alla casa delle associazioni che ospita anche i vigili del fuoco e il soccorso alpino, di fianco alla scuola elementare.

LA STRADA INTERROTTA E I "MURI" DI NEVE: GUARDA LA FOTOGALLERY

Dove siamo, è presto detto: in Val Passiria, non lontano da Merano. Valle stretta che, verso nord, porta sullo spettacolare passo del Rombo tanto amato dai motociclisti per i suoi tornanti; dal passo, che è anche un museo all'aperto, si scende verso la Oetztal, nel Tirolo austriaco. Il passo è quasi sempre chiuso d'inverno.

La scuola è chiusa da mercoledì, perché sul suo tetto la coltre accumulata fa un po’ paura ma anche perché diversi bambini non riescono a raggiungerla: sono quelli che vivono nelle diciotto famiglie delle case più in alto, irraggiungibili fino a ieri pomeriggio anche ai mezzi dei pompieri. La comunità, verrebbe da dire, vive la situazione con aplomb britannico se non fosse che ci mette tutto quell’energico scrupolo dei sudtirolesi di montagna. Sono sostanzialmente autosufficienti, tanta neve d’inverno per loro non è poi una grande novità, anche se così tanta a dire il vero non ne veniva dall’89, affermano.

Comunque le dispense sono ben fornite, anche perché il negozio più vicino è a Moso, otto chilometri più sotto, e tutti a prescindere dal meteo per abitudine tendono a fare scorta di provviste. Ciò malgrado martedì i vigili del fuoco sono scesi per comprare qualche medicinale e, ai meno previdenti, alcuni generi alimentari. Tutto sommato poca roba. Non c’è neppure il rischio che manchi la corrente: i collegamenti dell’energia sono stati interrati una decina di anni fa. E poi con le moderne tecnologie si può essere isolati fisicamente ma sempre connessi al mondo.

Il cartello di interruzione della statale 44 bis del Rombo si trova al bivio per Stulles, un paio di tornanti sopra Moso. È lì che aspettiamo il comandante dei pompieri di Corvara che ci accompagnerà nel tour del paese in pseudo-quarantena. Il veicolo dei vigili del fuoco tuttavia non è l’unico che viaggia lungo la strada chiusa: ieri si è rivisto il cielo azzurro che mancava dal giovedì precedente e chi lavora in valle si è messo in strada, a proprio rischio. Svolgono la loro professione altrove più o meno tutti coloro che a Corvara non conducono vita contadina: tante altre possibilità di occupazione non ce ne sono, nella frazione, e anche a Moso il discorso non cambia.

Si sale tra due muri di neve e quando i bordi d’improvviso si alzano è come un ammonimento: in quel punto bordate di neve si sono già abbattute sulla carreggiata, lo spazzaneve ha compiuto il suo lavoro ma il pericolo di repliche permane. Meglio non indugiare troppo. Lasciata la statale si scende verso il paese ma prima di arrivarci il costone opposto ostenta l’eredità di una gigantesca valanga. È venuta giù mercoledì, ha scavalcato con facilità il Passirio che qui è ancora un bebè e si è riversato sulla carreggiata poco prima dell’ingresso nel centro abitato: lo spostamento d’aria ha abbattuto alberi e rami lontani anche decine di metri. Subito dopo ecco Corvara, praticamente deserta. La poca gente che si incontra non è per strada ma sui tetti, intenta a sgomberarli.

IN PAESE, TUTTI A SPALARE: GUARDA LA FOTOGALLERY QUI

È mezzogiorno, ci sono zero gradi e regna il silenzio interrotto solo dal macchinario spalaneve che libera l’accesso alla chiesa e dal ticchettio dell’acqua che scende dalle stalattiti di ghiaccio appese ai cornicioni. Poco dopo la quiete si prende una pausa per via del volteggio di un elicottero: finalmente il sereno ha consentito di perlustrare la zona dall’alto, per monitorare la minaccia di nuove slavine. Le previsioni chiamano maltempo domani e capricci meteo nelle giornate successive, e la primavera è lontana. Corvara dovrà convivere con il suo placido isolamento ancora per un po’. Ma sembra che non se la passi così male.

E, soprattutto, sa come si fa.

I bidoncini del latte appena munto destinato alla Mila arrivano a valle sui mezzi dei pompieri

"La neve caduta in questi giorni raggiunge il metro e mezzo circa. L’accumulo in paese arriva a due metri e dieci". A Jakob Gufler, comandante del corpo dei vigili del fuoco di Corvara (27 volontari), basta un’occhiata per calcolare le misure. In questi giorni ha fatto anche il postino, recapitando la corrispondenza più urgente da Moso alla frazione. Fa la spola in caso di necessità, per emergenze si chiama l’elicottero sempre che il tempo permetta il volo. È accaduto un paio di giorni fa per un soccorso medico.

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Di nevicate sono esperti da queste parti, "eppure di così abbondanti non ne ricordo dagli inverni del 1988 e 89. I più anziani invece hanno a memoria ancora quelle del 1951 e 1975". I monitoraggi con gli elicotteri stimano che in quota la media dell’accumulo sia intorno ai quattro metri con punte di cinque. Il problema è che ieri le temperature si sono alzate, mentre oggi sono previste nuove nevicate e forse anche abbondanti, e complessivamente la montagna ha “scaricato” poco.

I fratelli Gilbert (sopra) e Friedrich Gufler

"Certo che c’è un certo timore per le slavine. In paese si dormono sonni sostanzialmente tranquilli, ma per quanto riguarda la strada è necessaria la massima prudenza". Sulla strada lavora Gilbert, il fratello di Jakob. La sua ditta si occupa di spazzare la neve, per conto del Comune ma anche assieme agli operatori della Provincia. Sono giorni di straordinari, evidentemente: "Fino a tredici, quattordici ore al giorno", spiega. Sotto costante minaccia.

A farglielo notare, Gilbert conferma. L’altro fratello, Friedrich, gestisce il Gasthof Trausberg, uno dei tre alberghi di Corvara. D’inverno il servizio affitta-camere è chiuso, il ristorante invece rimane aperto. I turisti arrivano tra maggio e ottobre. Per questo fine settimana tuttavia le tavole erano apparecchiate perché si sarebbero dovute tenere le gare di Coppa del mondo di arrampicata su ghiaccio, l’evento dell’anno della zona.

"Per la manifestazione erano attesi 130 atleti e i relativi entourage, ma con il tempo e le donne non si può mai sapere…", scherza Friedrich. "Problemi per le provviste? No, siamo abituati a fare scorte". Si può pensare che oggi rimanere isolati sia più facile di una volta. Magari è vero, ma c’è un rovescio della medaglia: una volta non si aveva la stessa esigenza di spostarsi. Si era più abituati, lasciano intendere gli abitanti, o forse più rassegnati a rimanere tagliati fuori. Ora è diverso: i bidoni di metallo per il trasporto del latte situati a bordo strada ne sono testimoni. Neve o non neve le mucche dei masi di Corvara continuano a fare il latte, ieri come oggi. Ma una volta veniva lavorato in paese, adesso viene conferito a Bolzano alla Mila. E neve o non neve, pur a singhiozzo, con l’aiuto dei vigili del fuoco il latte scende a valle.

Una valanga spontanea invade il caseggiato del Pillhof

Un fiume di neve ha sommerso alcuni edifici, evacuate quindici persone per pericolo permanente

Succede tutto in un lampo. Un’enorme fiume di neve si è staccato dalla montagna e precipita giù fino al Maso Pillhof, un piccolo nucleo di case sotto la competenza del Comune di Moso. La slavina ha inondato alcuni edifici, uno dei quali ha perso così il suo fienile. Chi era in casa ha fatto appena in tempo a scappare, avvisato dal boato che ha preceduto di qualche secondo l’impatto con l’edificio. Molti hanno potuto assistere all’evento mentre erano ancora in strada di ritorno a casa. Sul posto sono subito intervenuti il soccorso alpino e i vigili del fuoco volontari di Moso e San Leonardo, oltre agli elicotteri della Guardia di Finanza e del Sagf per un totale di circa cento uomini.

La priorità è stata data alla ricerca di potenziali vittime. In principio si era temuto il peggio, ipotizzando che ci fossero feriti rimasti sommersi sotto la neve; una volta scongiurata l’ipotesi si è potuto procedere alla conta dei danni. Soprattutto è stato possibile valutare il pericolo, risultato immediatamente molto reale, che alla prima slavina potessero seguirne altre. Ipotesi confermata grazie alle perlustrazioni aeree che hanno individuato una seconda zona a rischio immediatamente in alto sopra l’abitato.

Sono quindici gli sfollati, che si sono sistemati presso casa dei parenti e in parte alloggiati nella casa delle associazioni del Comune. Resta l’incognita di due aziende agricole più a monte, al momento rimaste isolate, per le quali si ipotizza l’evacuazione in elicottero. In serata ancora un allarme in Val Passiria, in questo caso per frana. Una massa rocciosa con un fronte di cinquanta metri e con una lunghezza approssimata di cento, si è staccato dal costone della montagna nei pressi del Qellenhof ed è precipitato a valle, fortunatamente senza invadere la statale della Passiria.

In quella località non ci sono aree abitate, ma nello smottamento è precipitato anche un traliccio dell’alta tensione della rete Terna, che ha causatoun bleckout nelle zone limitrofe. Sul posto sono accorsi i vigili del fuoco volontari di San Martino, ma il buio ha impedito che le operazioni si avviassero sul momento. Da stamattina, insieme ai tecnici Terna, sono tornati al lavoro per il ripristino della rete elettrica.

Annullato il Campionato mondiale di scalata su ghiaccio per pericolo valanghe

Troppo alto il rischio, così la frazione perde il "clou" del suo inverno

Le intense precipitazioni di carattere nevoso, già a partire da venerdì scorso, hanno aumentato il pericolo di valanghe nell’intera zona di Corvara, portando alla chiusura immediata al traffico della strada di accesso al piccolo paese di Corvara e ai suoi 230 abitanti.

Guarda l'Ice Climbing World Cup dell'anno scorso:

«Attorno alla torre di ghiaccio – dice Reinhard Graf, presidente del comitato organizzatore della manifestazione – sono caduti due metri di neve e abbiamo fatto il possibile per garantire l’evento, in programma nel prossimo fine settimana. Abbiamo lavorato sodo e grazie all’aiuto di tutti, siamo riusciti a sgomberare la massa nevosa nei pressi dell’impianto di gara, sistemando accuratamente tutti i blocchi di ghiaccio, che formano la parete. Il problema è che siamo alle prese con la nevicata più intensa degli ultimi cento anni».

Gli organizzatori, nelle ultime giornate, hanno preso contatto con i tecnici dell’ufficio metereologico della Provincia Autonoma di Bolzano, oltre ai rappresentanti del Comune e gli ispettori dell’ufficio prevenzione valanghe della Provincia. Alla fine però, le notizie circa un possibile miglioramento delle condizioni meteo, non sono arrivate, anzi.

«Secondo le prime previsioni – dice Florian Lanthaler, socio fondatore dell’associazione Eisturm Rabenstein – la neve dovrebbe tornare a cadere fino al pomeriggio di venerdì e nella notte di sabato, ma sono attese precipitazioni anche nel fine settimana. Abbiamo anche pensato di anticipare l’evento, avevamo infatti preso in considerazione questa ipotesi ma, di fronte a questa situazione, non vi è stato nulla da fare».

Prima di tutto viene la sicurezza di atleti e tifosi. «Anche per la nostra associazione è una situazione difficile da affrontare nonostante il pericolo frane e le strade interrotte, abbiamo lavorato, fino all’ultimo, per riuscire ad organizzare la gara. Ma contro queste nevicate da record, non c’è stato nulla da fare».













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