«Così renderemo attrattivo il nuovo Polo bibliotecario» 

Tre direttori assieme. Nel cortile dell’ex scuola Longon Filippi. Trevisan, Andresen «Sarà un grande contenitore di cultura declinata in tanti modi e spazi per la creatività»


antonella mattioli


Bolzano. «Ecco il nuovo Polo bibliotecario lo immagino così: come una grande piazza del sapere. Sempre aperta, possibilmente anche la domenica. Dove si va per studiare, leggere una rivista, sfogliare un libro. Partecipare ad una conferenza. Ma anche - per chi non è più giovanissimo - imparare o acquisire maggior dimestichezza con gli strumenti informatici. E poi fermarsi a scambiare quattro chiacchiere magari davanti ad un buon caffè». Ermanno Filippi, direttore della Civica di via Museo, ieri mattina, era nel cortile delle ex scuole Longon, chiuse ormai da anni, perché al posto dell’ex complesso Pascoli-Longon, si vorrebbe realizzare la nuova casa delle biblioteche: la Civica, la provinciale di lingua italiana Claudia Augusta e la provinciale di lingua tedesca Tessmann. Dopo una serie di rinvii, si parla di un’apertura del cantiere nel 2021.

Tre direttori

Il vecchio cortile è stato aperto per la presentazione del libro “Risentimenti”, due volumi di racconti di dieci scrittrici e scrittori di lingua italiana e tedesca. Nonostante il cielo minacciasse pioggia, la gente è arrivata ed ha apprezzato.

L’appuntamento letterario è stata anche l’occasione per vedere assieme a Filippi, Valeria Trevisan, direttrice della biblioteca Claudia Augusta di via Marconi, e Johannes Andresen, direttore della Tessmann di via Diaz.

Una sorta di anteprima di quello che succederà nel nuovo Polo quando i tre direttori, che già oggi collaborano, dovranno lavorare assieme.

Pur nell’autonomia delle tre biblioteche, dovranno dare un’anima a sale di letture, sale di studio, spazi per le nuove tecnologie, locali per incontri e dibattiti fino all’auditorium per gli eventi più importanti.

«Perché - dice Andresen - la biblioteca classica intesa come sala lettura, piccola consulenza e magazzino, è ormai superata. Il modello moderno è quello della biblioteca intesa come grande contenitore di cultura declinata in tanti modi. Il libro è uno di questi, ma non il solo. Ci sarà spazio per la creatività e sarà proprio questo aspetto a rendere attrattivo il nuovo Polo».

Le critiche

Contrariamente a chi sostiene che è un errore investire circa 60 milioni di euro nel progetto perché soprattutto i giovani leggono poco e più che sui libri si informano sui social, i direttori delle tre biblioteche - che parlano per esperienza e soltanto per sentito dire - sostengono esattamente il contrario.

«Solo pochi giorni fa - spiega Filippi - siamo stati ad Innsbruck a visitare la nuova biblioteca: una struttura con spazi grandi e ariosi, ma soprattutto piena di persone di tutte le età. A conferma che se l’offerta è interessante, la risposta c’è eccome. Certo, ci aspetta una sfida importante: quando ci sarà il nuovo Polo non ci saranno più scuse. Nel senso che non potremo più dire che questa o quella cosa non si può fare, perché mancano gli spazi».

Nel nuovo Polo, progettato dall’architetto Christoph Mayr Fingerle, gli spazi non mancheranno e Valeria Trevisan, come i suoi colleghi, immagina di usarli per “proporre ogni giorno cose diverse, stimolanti”.

Un luogo aperto

«La biblioteca - dice - è uno dei pochi luoghi rimasti, se non l’unico, in cui si può accedere liberamente e senza dover pagare l’iscrizione ad un’associazione o il ticket d’ingresso o la consumazione anche solo di un caffè. Si va per studiare, perché c’è l’atmosfera giusta in cui ci si può concentrare; per fare una ricerca, perché lì c’è qualcuno che ti aiuta a trovare il materiale che ti serve. Nelle sale c’è silenzio, ma sei in mezzo ad altre persone con le quali se vuoi puoi scambiare due chiacchiere. Nel Polo la dimensione “sociale” della biblioteca verrà ulteriormente potenziata, grazie anche ad un arredamento che sarà più accogliente e in sintonia con quelle che solo le esigenze dei frequentatori di oggi». Nel grande complesso troveranno posto oltre ai libri le tecnologie di cui nessuno può più fare a meno. Per questo la direttrice Trevisan immagina corsi di alfabetizzazione informatica per chi si trova in difficoltà ad utilizzare internet e social.

Le idee dunque non mancano, la speranza - dopo tanti rinvii - è che stavolta si parta davvero con i lavori. Il progetto, attualmente, è in Comune per la concessione edilizia: la commissione ha 60 giorni per approvarlo. In base all’ultima tabella di marcia fissata dalla Provincia, i lavori dovrebbero partire a marzo 2021. Se così fosse il nuovo complesso sarà pronto nel 2023.

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