Costa: non giochiamo al ribasso per la giunta 

L’esponente del Pd: «Ci sono le nostre idee, quelle della Svp e degli altri, le alleanze si fanno tra simili»



BOLZANO. In piazza Magnago Kompatscher parla dei problemi dell’ospedale di Bolzano e li attribuisce al fatto che la Svp lo abbia trascurato, «lasciandolo al partner di coalizione». In piazza Municipio la Svp attacca il sindaco Renzo Caramaschi. Con questi scambi di cortesie tra alleati il Pd si prepara alle elezioni provinciali, per tralasciare i problemi interni. Ne abbiamo parlato con Carlo Costa, influente e di solito silenzioso sui media.

La Svp attacca Caramaschi e chiede chiarimenti. Lunedì Steger discuterà del caso nella direzione provinciale .

«Anche noi abbiamo chiesto di capire cosa sta succedendo. Evidentemente ci sono frizioni, ma il sindaco merita tutto il nostro appoggio: in due anni è riuscito a incardinare progetti importanti per Bolzano».

Come si spiega questo nervosismo?

«Quando si è a pochi mesi dalle elezioni provinciali, tensioni su temi specifici si intrecciano con vicende più larghe. Il problema è quando le frizioni rischiano di ripercuotersi su progetti importanti. Ecco perché dobbiamo parlare chiaro con la Svp: Bolzano non può permettersi di rallentare sui progetti di sviluppo della città, che già sconta un passato di inerzia. I soggetti che devono attuare il programma sull’areale devono essere in grado di operare».

Nel Pd c’è chi, come Carlo Bassetti, descrive Caramaschi come vittima collaterale di uno scontro tra diversi gruppi di interesse nella Svp sull’areale. Spesso vi si sente dire che Kompatscher è sotto attacco.

«È un tempo di conflitti in molti ambiti. La Svp non è al riparo».

La Svp prepara il terreno per un cambio di maggioranza dopo le provinciali?

«Sento dire “se ne fai uno, due, tre....”. Le alleanze non sono una sommatoria algebrica, nascono da progetti che si incontrano, perché sono compatibili. Il Pd presenterà le proprie idee sul futuro dell’Alto Adige, la Svp farà altrettanto e così tutte le liste».

Ecco, quale Pd secondo lei?

«Secondo me resta il progetto iniziale: il Pd torni ad essere un partito riformista, che guardi con forza a temi come l’appartenenza europea. Dobbiamo presentare un progetto chiaro sull’Alto Adige: aperto, non concentrato sul proprio giardino, non dominato dalla paura, disponibile alle sfide, dove la qualità e il merito abbiamo la priorità, senza rifugiarsi nelle gabbie etniche. Il rischio di chiudersi nella propria bolla di appartenenza c’è. La Svp sceglierà quale modello sente proprio».

Le alleanze non saranno solo una operazione algebrica, ma se eleggerete solo un consigliere sarà dura tornare in giunta.

«È pacifico. Ma potrebbero esserci altri soggetti. Non è detto che si prosegua con l’alleanza a due».

Finora avete posto veti all’ingresso di altri partner.

«Svp e Pd hanno garantito che l’autonomia si sviluppasse in un certo modo. Non possiamo giocare al ribasso, se si andasse in controtendenza».

I Verdi, le nuove liste di Bizzo e Köllensperger, la Lega, gli aspiranti non mancano. Cosa la interessa di più?

«Vorrei iniziare a sentire qualche idea. La proposta di Köllensperger è interessante, interetnica. Con i Verdi governiamo in alcune realtà, le sintonie non mancano. Del gruppo Bizzo ho sentito solo nomi, mi sembra orientato verso un nuovo centrodestra. Vedremo». (fr.g.)













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