Costi, nuova campagna contro l'autonomia

Dopo i politici, ora polemica di Stella. Zeller: «Governo contrario anche all'Accordo di Milano»


Francesca Gonzato


BOLZANO. E' ripartita la campagna contro le autonomie speciali. Ieri il Corriere della Sera ha pubblicato in prima pagina un editoriale di Gian Antonio Stella intitolato «Quelle Regioni troppo speciali». L'ultima voce sul tema nelle ultime settimane. In questo clima i presidenti Durnwalder e Dellai preparano l'incontro con il presidente del Consiglio Mario Monti.

Il deputato della Svp Karl Zeller vede nero e lo spiega: «Nessuno finora si era comportato nei confronti del nostro Statuto di autonomia, come sta facendo il nuovo governo. Non ho ragioni di pensare che andrà meglio, nonostante le rassicurazioni sul fatto che le violazioni alle regole siano state dettate dalla fretta di approvare il decreto Monti. Il ministro Piero Giarda in colloqui informali mi ha fatto capire di non condividere l'Accordo di Milano e di essere stupito che il governo Berlusconi lo avesse ratificato. Aspettiamo l'ufficialità, ma se questa è la linea del ministro e del governo...».

Stella mette a confronto bilanci e capitoli di spesa delle Regioni ordinarie con le «speciali», tra cui Bolzano e Trento, da cui si evincono «distanze siderali tra queste due Italie» e spese che «offendono» il resto d'Italia. Sulle cifre e l'impostazione generale del discorso risponde nell'articolo sotto l'assessorato alle finanze di Roberto Bizzo. Durissima anche la presa di posizione del presidente regionale e governatore trentino Lorenzo Dellai. Anche perché l'elenco degli attacchi alle autonomie speciali torna a farsi affollato, come ai tempi delle esternazioni dell'ex governatore veneto Galan.

«Le motivazioni su cui i padri costituenti fondarono le Regioni autonome, aree privilegiate del Paese, oggi non sussistono più» ha dichiarato Luca Antonini, presidente della Commissione tecnica per l'attuazione del federalismo. «La Regione Lombardia ponga nella Conferenza Stato-Regioni il problema del superamento delle Regioni e delle Province a Statuto speciale»: è stata la richiesta di alcuni consiglieri regionali del Pdl. «Una deriva populista, demagogica e parolaia. Sentenze salottiere», commenta Dellai, «Andrà sempre peggio, ci aspetta una traversata nel deserto. Ormai questa linea di demagogia antiautonomista si sta diffondendo a macchia d'olio». Dellai parla anche di «salotti buoni centralisti», che «ce l'avranno sempre più con noi».

E all'accusa di avere molti più soldi da spendere delle Regioni ordinarie replica così: «Siamo tranquilli. Se spendiamo di più per salute e istruzione, pensiamo che sia un merito non un demerito». Zeller commenta così i diversi passaggi del decreto Monti in cui è previsto che lo Stato trattenga decine di milioni (per Imu e altro) in attesa di regolarizzare la partita dei tributi locali con norme di attuazione: «E' una presa in giro: avevano bisogno di soldi e li hanno presi. Non faranno norme di attuazione, visto che non hanno interesse economico a farle».

Alle spinte politiche contro le autonomie speciali, Zeller risponde: «E' una dialettica che conosciamo. Se alle parole dovessero seguire i fatti, ci difenderemo. C'è un ancoraggio internazionale che ci difende? Qualcuno vuole andare a uno scontro tra Stati o provocare un referendum per l'autodeterminazione? Credo che l'Italia abbia problemi più urgenti».

Anche la deputata del Pd Luisa Gnecchi è abituata alle bordate di colleghi parlamentari contro i privilegi di Bolzano & C. «In queste polemiche si sparano cifre senza rapportarle alle competenze che Bolzano deve gestire e alla specificità di una provincia che deve finanziare scuole per tre gruppi linguistici», dice Gnecchi, «L'invidia non è buona consigliera».

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