BOLZANO

«Costretti a vivere in auto a Bolzano con un bimbo di 7 mesi»

Florence e la moglie sono stati sfrattati da un appartamento in via Milano L’avvocato: «Sono stati saldati gli arretrati ma non è stata specificata la causale»


di Alan Conti


BOLZANO. Dove dormite Florence in questi giorni? «In macchina. Io, mia moglie e un bimbo di sette mesi. Dove troviamo parcheggio in realtà, anche se cerco di tenermi distante dalle strade più trafficate perché il piccolo si spaventa».

La storia di Florence e della sua famiglia, originari dell'Albania, stringe il cuore. Quattro giorni fa ha subito uno sfratto esecutivo in via Milano e adesso passa i suoi giorni tra il distretto sociale e la ricerca di un appartamento.

«Tutto quello che avevamo lo abbiamo caricato sulla macchina. Purtroppo qui a Bolzano non abbiamo parenti che ci possono aiutare oppure ospitare. Cerchiamo di stringere i denti per superare un momento molto complicato. L'unica nostra preoccupazione è far in modo che nostro figlio non subisca traumi da questa vicenda. Quando crescerà non se ne ricorderà, ma chiaramente l'età è di quelle delicate».

Florence non parla benissimo l'italiano, ma dove ha difficoltà ad esprimersi arriva la moglie ad aiutarlo. Fanno squadra in modo deciso e anche commovente. «Non andiamo via da Bolzano perché è qui che vogliamo avere la nostra vita e non ce lo meritiamo». La storia di questo sfratto, infatti, è controversa. La racconta l'avvocato della famiglia Paolo Polizzi che ha lo studio a Milano.

È chiaramente una versione di parte ma colpisce per quello che è accaduto. «A causa di alcuni lavori importanti la famiglia di Florence ha smesso di pagare per qualche mese l'affitto. Ha accumulato così una morosità di 3.000 euro e 650 euro di spese condominiali. I proprietari lo hanno citato chiedendo il pagamento». A quel punto il giudice amministrativo del tribunale di Bolzano dispone il saldo entro quattro giorni. «Un lasso di tempo, molto, quasi troppo ravvicinato. In ogni caso Florence ce la fa ed effettua un bonifico di 3.000 euro per la morosità delle rette. I 650 euro delle spese condominiali, invece, sono stati saldati con un altro versamento da 1.000 euro ma nella causale non è stato specificato “saldo delle spese residue».

All'udienza successiva, quindi, i proprietari hanno detto di considerarlo come un pagamento della retta d'affitto in corso lamentando il mancato pagamento della morosità per le spese. «A quel punto il giudice ha deciso di dare avvio allo sfratto esecutivo e quattro giorni fa è arrivato l'ufficiale giudiziario per liberare l'alloggio. Il tutto con i pagamenti tutti in regola e in attesa di entrare in una casa Ipes. Una situazione paradossale».

Si tratta, come detto, di una versione di parte perché comunque esiste una decisione di un giudice. Intanto, però, un bambino di sette mesi dorme in auto.













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