Crescono gli occupati, mancano le case

Il presidente Pan: «Le nostre aziende hanno difficoltà a trovare personale, perché è un problema affittare un alloggio»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Siamo in una situazione occupazionale particolarmente favorevole, ma le nostre imprese fanno grande fatica a trovare personale qualificato. Uno dei motivi è il costo delle case e la difficoltà ad affittare alloggi, nonostante le assunzioni siano a tempo indeterminato e quindi ci sia la garanzia del pagamento del canone». Nell’ultima riunione, il consiglio di Presidenza di Assoimprenditori Alto Adige ha discusso della legge urbanistica, e il presidente Stefan Pan, in una nota diffusa ieri, si fa interprete dell’urgente necessità della categoria e chiede alla politica di rilanciare il mercato degli affitti.

Come?

La strada da seguire per gli imprenditori è quella di aprire il mercato garantendo parità di accesso per l’acquisto dei terreni. «Accanto agli altoatesini che vogliono acquistare o costruire la prima casa - dice Pan - si dovrebbe sostenere anche chi si impegna ad affittare l’alloggio. La nostra politica abitativa poggia su due pilastri: edilizia sociale ed edilizia privata. Questa va bene come risposta ad una società che, soprattutto in passato, era poco mobile. Oggi invece che serve maggior flessibilità, abbiamo bisogno di rafforzare il mercato degli affitti per dare la possibilità a chi arriva da fuori di venire a lavorare in Alto Adige, magari anche solo per un periodo e ai giovani locali di rendersi indipendenti rispetto alla famiglia d’origine, senza doversi impegnare economicamente per il resto della loro vita. Anche perché potrebbero, a loro volta, essere interessati ad andare a fare esperienze altrove».

Offerta lavoro. Il momento favorevole dell’economia altoatesina e quindi del mercato del lavoro è confermato dagli ultimi dati della Ripartizione lavoro della Provincia da cui risulta che, a marzo, in Alto Adige si è registrata una crescita occupazionale pari all’1,9% rispetto a 12 mesi prima: in valori assoluti sono stati creati 3.654 posti in più per un totale pari a 197.883 dipendenti. La crescita è stata “tirata” da manifattura, sia industriale che artigianale, commercio ed edilizia, segno che quest’ultima in particolari sta uscendo da una crisi nera durata anni.

Dell’altro giorno la notizia che la giunta provinciale, nell’ultima seduta, ha dato il via libera all’insediamento di otto nuove aziende a Bolzano; importanti investimenti privati sono in corso a Bressanone e in Val Pusteria; grandi imprese in Bassa Atesina, Val Venosta o in alta Valle Isarco stanno assumendo nuovo personale. L’interesse per venire a lavorare in Alto Adige c’è, anche perché nella maggior parte dei casi si tratta di un’occupazione qualificata, il problema è rappresentato oggi più che in passato dalla difficoltà a trovare un alloggio in affitto.

Le resistenze. Carlo Perseghin, presidente provinciale della Fiaip, la federazione degli agenti immobiliari professionali, conferma che il problema esiste: «Chi possiede un alloggio - in Alto Adige l’80% dei locatori ha uno, massimo due appartamenti - oggi più ancora che in passato ci pensa non una ma mille volte prima di affittare. Tanto per cominciare, se uno non ha in mano un contratto di lavoro a tempo indeterminato, non se ne parla neppure, perché il rischio di morosità è troppo elevato. C’è inoltre - inutile negarlo - una certa resistenza ad affittare ad extracomunitari».

Ma resistenze e timori non si possono bypassare se il contratto d’affitto lo stipula direttamente l’azienda? «Certo si possono bypassare, perché in questo modo si hanno maggiori garanzie sul pagamento del canone, ma viene meno l’interesse del proprietario perché non può usufruire delle agevolazioni fiscali».













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