processo

Curava annunci di incontri: informatico bolzanino ora rischia quasi due anni 

La difesa: ha agito a titolo di favore per un amico senza alcun compenso. La Procura chiede la condanna per associazione a delinquere, ma la pubblicazione non è reato


Mario Bertoldi


BOLZANO. Sono accusati di avere costituito un’associazione a delinquere allo scopo di reclutare giovani prostitute cinesi da mettere a disposizioni di clienti in fasulli «centri benessere» a Laives e a Borgo Valsugana. In due hanno patteggiato, altrettanti hanno deciso di resistere in giudizio, affrontando il procedimento penale con rito ordinario, convinti di riuscire a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati.

Un processo incubo

Per uno degli imputati, però, il processo si sta trasformando in un vero e proprio incubo: da quasi cinque anni sta ribattendo colpo su colpo alle tesi della pubblica accusa. Si tratta di un informatIco bolzanino che ha avuto la sfortuna di abitare nella zona di via Similaun sopra un bar abitualmente frequentato da uno dei cittadini cinesi finito nei guai. Anche il professionista bolzanino deve rispondere di avere partecipato all’associazione a delinquere (con conseguente richiesta di condanna avanzata dalla procura ad un anno e 10 mesi di reclusione) occupandosi della promozione dell’attività realizzando annunci su siti informatici di incontri occasionali. L’uomo sta affrontando il processo di primo grado con l’assistenza dell’avvocato Federico Fava, che proprio in occasione dell’ultima udienza ha depositato una corposa memoria difensiva a sostegno della buona fede del proprio assistito, che avrebbe semplicemente accettato di curare la realizzazione grafica degli annunci ben consapevole che la conseguente pubblicazione non è mai stata considerata dal legislatore un reato.

Annunci non illegali

Ne sono dimostrazione, tra l’altro, i siti internet di incontri normalmente attivi.

È dunque possibile finire nei guai con la giustizia (in maniera anche pesante) semplicemente per aver curato da un punto di vista tecnico e professionale il confezionamento di annunci che di fatto non sono mai stati considerati fonte di reato?

Nessun compenso

Il processo di primo grado (che dovrebbe concludersi davanti al tribunale di Bolzano il prossimo 31 gennaio) è dunque particolarmente importante proprio per questo risvolto.

La difesa sottolinea che costituisce «un non senso logico, prima ancora che giuridico, affermare il presunto concorso in una condotta penalmente irrilevante (qual è per l’appunto quella relativa alla pubblicazione di annunci di appuntamenti). Il tecnico informatico bolzanino, infatti, nega nella maniera più assoluta qualsiasi contributo all’associazione e non è mai stato presente nei centri massaggi e non ha mai trattato contratti relativi agli annunci stessi. Non solo. Il professionista ha sempre curato la veste grafica degli annunci a titolo di favore, senza mai alcun compenso. I testimoni già sentiti a processo hanno confermato che il tecnico informatico bolzanino non ha preso parte in alcun modo al reclutamento di donne cinesi da fare prostituire.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

 













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