Il reparto deve chiudere le prenotazioni. Almeno il 30% dei pazienti è in arrivo da Bolzano

Cure alternative, 500 in lista d'attesa Thuile: un sollievo per i malati cronici


Giuseppe Rossi


MERANO. Il reparto di medicina complementare dell'ospedale Tappeiner è costretto a chiudere le prenotazioni per i malati cronici. La lista d'attesa per ottenere una prestazione nel reparto guidato dal primario Christian Thuile ha quasi raggiunto la soglia delle cinquecento persone e l'organico non è tale da riuscire a soddisfare tutte le richieste.

Lo scorso anno il reparto nato due anni fa in via sperimentale e ora prorogato di un altro anno ha fornito quindicimila prestazioni, raccogliendo prenotazioni non solo da Merano e Bolzano (il 30% dei pazienti arriva dal capoluogo) ma anche da diverse località della Penisola. Una risposta questa, indiretta quanto si vuole, a coloro che negli ultimi due anni hanno guardato con molto scetticismo all'esperimento Merano. Una prova che nel marasma dei quattrini spesi per la sanità pubblica ogni anno costa un milione di euro, cifra che per metà viene pagata direttamente dai pazienti attraverso un ticket maggiorato.

Dottor Thuile, perchè la sperimentazione, che si doveva concludere a dicembre, è stata prorogata di un anno?
«Lo studio che è stato affidato alla università di Berlino, secondo protocolli internazionali si concluderà per inizio autunno. Lo studio sarà presentato alla Provincia, quindi a Milano e a Firenze. A quel punto avremo il risultato e una base di discussione per consentire alla politica di prendere le decisioni per il futuro».

Cosa dovrà dire questo studio?
«Dovrà affermare gli effetti positivi della medicina complementare su 275 pazienti colpite dal tumore al seno. In Europa fino a oggi, per il numero dei pazienti seguiti, non ci sono paragoni. Noi applichiamo rigidamente il protocollo concordato all'inizio».

Il reparto è stato aperto nel 2010 tra mille diffidenze. Oggi qual'è il clima che si respira nella sanità?
«Con il lavoro, gomito a gomito con gli altri medici, la paura o la diffidenza è scomparsa. Abbiamo ottima collaborazione con tutti i reparti, in particolare ginecologia».

Assistendo le donne con tumore al seno sembra logico...
«Abbiamo anche diverse donne che chiedono di essere seguito con l'agopuntura per prepararsi al parto».

Qual'è il suo bilancio dopo due anni dall'apertura del bilancio?
«Per me sono i numeri, ma soprattutto la soddisfazione dei pazienti e dei loro medici curanti a parlare. Se prima un paziente non sopportava la chemioterapia e ora, dopo i nostri trattamenti, riesce a sottoporsi alla cura, abbiamo vinto tutti, ha vinto la salute del paziente».

Dottore, parliamo anche di numeri?
"Lo scorso anno abbiamo trattato quasi 15 mila pazienti. Il 30% delle persone sono di madrelingua italiana. In un anno sono raddoppiati, molti arrivano da Bolzano, dalla val di Non, da Trento, ma anche da Roma e Milano».

Merito del vostro servizio.
«Conta molto il passaparola e in una struttura dove il paziente paga per le prestazioni questo significa molto. Solo persone che vedono degli effettivi benefici tornano».

Qual'è il vostro paziente tipo?
«Il 75% sono donne, il 25% uomini. Il 50% sono pazienti oncologici, il resto persone con dolori cronici, dal reumatismo all'emicrania, fino a coloro che hanno problemi di digestione».

Quali tempi di attesa avete attualmente?
«Qui arrivano le note dolenti. Un paziente cronico deve attendere anche oltre due mesi. Abbiamo una lista d'attesa lunga quasi 500 persone e per questo siamo stati costretti a chiudere le prenotazioni. Diversa la situazione per i pazienti oncologici». Devono attendere anche loro? «Poco sì, anche loro. Entro due settimane prendiamo in carico un paziente con il tumore».

Con quale organico state lavorando?
«Il reparto è piccolo. Abbiamo 10 medici part time che portano a un dato di 4 medici equivalenti e 4 infermieri equivalenti, due segretarie e un osteopata. Abbiamo inoltre uno psicologo che segue i dati dello studio, è il nostro ponte tra Merano e l'università di Berlino». Quale giudizio da a questa situazione? «Se qualcuno voleva sapere se la medicina complementare serve ed è apprezzata, questi dati penso siano la risposta».

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