Da Napoli al Trevi Viaggio blindato per il «Corridore» 

Assicurata per 1,5 milioni, la statua è arrivata a Bolzano  con un trasporto speciale. Ingenti misure di sicurezza


di Paolo Campostrini


BOLZANO. La bolla d'accompagnamento, fissata sul fianco della cassa, era già un indizio: da Piazza Museo 19, Napoli a Via dei Cappuccini 28, Bolzano. Poi, chiodo dopo chiodo, via le lastre di legno interne come in una matrioska, è apparso lui: tutto scuro nel bronzo, mentre sta per scattare verso il suo traguardo. Un solo piede a terra, l'altro già issato verso il prossimo passo, proiettato in una corsa che non finirà mai, fissata in quel gesto per l'infinito del tempo. Fermo dal primo secolo avanti Cristo. Così, dal suo mondo di più di duemila anni fa, il “Corridore” è arrivato a Bolzano. Sarà al centro della mostra che aprirà oggi al Trevi «Nel cerchio dell'arte», tutta dedicata ad arte e sport.

Era partito nella notte dal Mann, il grande Museo archeologico nazionale di Napoli, protetto dentro il ventre di un tir con tutti i suoi attrezzi per la palestra di villa dei Papiri, ad Ercolano, dove è riemerso insieme ad una straordinaria biblioteca greco-romana alla fine del '700 dopo il lungo esilio sotto la cenere che aveva ricoperto anche la vicina Pompei. Prezioso è prezioso, lui. «Beh, non so se dirlo - sussurra Cristina Allietti, vice dell'ufficio cultura della Provincia - ma è stata assicurato per un milione e mezzo». Fatti due conti, il «Corridore» è l'opera più preziosa, e più costosa, mai approdata a Bolzano. Anche per questo il suo corteo di accompagnamento era molto qualificato. A guidarlo, Pina Bifulco, del laboratorio di restauro del Mann, una vita a scansionare reperti, a pulirli e a farli riemergere, quanto più possibile intatti, dal passato. È costato, il viaggio. «Ci era stato proposto di spendere intorno ai 37mila euro. Ci abbiamo pensato. Poi è arrivata una buona offerta, intorno ai 18mila o poco meno» dicono al Trevi. Viaggi protetti, quelli di queste grandiose opere d'arte. Ditte specializzate in imballaggi, personale attento e consapevole, attenzione ad ogni gesto. Appena arrivato il tir, è passata una buona mezz'ora solo per stilare lo schema di trasporto di pochi metri, dal cortile interno del Trevi al suo primo piano: misurazioni dello spazio in ascensore, tracciati i percorsi tra le sale, tecnologia applicata alla logistica negli spazi stretti. Poi l'apertura. E, una volta tolto l'ultimo diaframma, ecco raccontato visivamente che significa predisporre una griglia di protezione assolutamente affidabile per carichi di 2000 anni fa: lui, il "Corridore" passato da parte a parte da strutture ignifughe e a impatto (sulla statua) zero, ogni curvatura della statua accolta da un passaggio della protezione, tanto da risultare affettata da parte a parte per impedirle ogni movimento durante il trasporto. Una tenuta stagna, in senso dinamico, assoluta. A seguire ogni metro, con Cristina Alliotti, anche il capo ripartizione Claudio Andolfo e Carla Spiller, del Trevi. Il Centro, a sua volta, sapeva già come accoglierlo. Innanzitutto l'allarme. In vista del suo arrivo è stato predisposto un sistema che coprirà tutta l'area interna. Tanto efficiente che, ad un certo punto della mattinata, ancor prima dell'arrivo del carico da Napoli, ha preso a suonare. Un falso allarme antincendio forse causato da alcuni lavori di manutenzione “a caldo”. Tutti fuori. Anche quelli della biblioteca Claudia Augusta. Ma poi tutti dentro ad accompagnare l'ospite atteso. Con lui anche un'opera di Mimmo Jodice, straordinario fotografo del contemporaneo. Anch'egli, come il “Corridore”, napoletano. E il focus della mostra che scatta oggi, sarà proprio questo dialogo ravvicinato tra un'opera che ci arriva dall'antichità e una dell'oggi. Con anche un'altra opera, questa volta prestata dal Maxxi di Roma: il video San Siro di Yuri Ankaran. Alla ricerca di quei cortociruiti spazio-temporali che solo l'arte, quella vera, è in grado di provocare. Aprendo mondi sconosciuti. Oggi, il tutto, sarà svelato ai più. Si parte alle 18, con l'inaugurazione della mostra multimediale che comprenderà, su vari livelli interpretativi, il rapporto tra sport e produzione artistica, con pannelli, disegni e filmati. Ci sarà Christian Tommasini che introdurrà i relatori: Paola Rubino, responsabile dell'ufficio mostre del Museo archeologico di Napoli, Stefano Pivato dell'università di Urbino e Tiziana Pikler, storica dell'arte. Poi alle 19.15, nel vicino parco dei Cappuccini in fiduciosa attesa di una sua fuoriuscita del degrado, una fiaccolata inaugurale. I tedofori arriveranno lì partendo da 19 siti di cultura e sport nei quartieri della città. Poi, nei prossimi giorni i convegni: il 26, alle 18.30 è atteso Reinhold Messner in un viaggio «oltre l'alpinismo».

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