Deeg: «Tariffe asili, non torno indietro»

L’assessora: «Giusto pagare lo stesso costo orario delle Tagesmütter». Randi: «Così distruggono i servizi di Bolzano»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Nessuna marcia indietro sull’aumento delle tariffe agli asili nido come effetto dell’introduzione della tariffa oraria, non più giornaliera. Ci sarà un nuovo incontro con il Comune, dopo la secca lettera di protesta del commissario Michele Penta, ci sarà anche la discussione con il Pd, chiesta come partner di giunta, ma l’assessora provinciale Waltraud Deeg non offre spiragli di manovra: «Applicheremo un giusto principio di equità di tariffe tra diversi tipi di struttura e tra territori». L’assessore ammette gli aumenti, ma precisa, «per i redditi bassi non cambierà nulla, ci tengo che venga sottolineato». Per le altre fasce di reddito invece, conti alla mano, si prospettano gli aumenti, fino quasi al raddoppio segnalato dal nostro giornale, da 357 euro al mese a 613, per otto ore al giorno per 21 giorni al mese.

Le conseguenze sembrano già scritte e temute dal Comune di Bolzano: ulteriore fuga delle famiglie dagli asili nido verso Tagesmütter e microstrutture, bambini tenuti a casa grazie ai nonni o alle mamme che rinunciano al lavoro.

Per l’ex assessore Mauro Randi, che ha seguito a lungo questa vicenda, il quadro è chiaro: «C’è un disegno di smobilitazione dei servizi, pubblici e privati convenzionati, e nessuna volontà di capire che una famiglia di Bolzano e Merano ha esigenze diverse di una famiglia delle valli. Aggiungo che un asilo nido è una realtà pedagogica diversa dalle Tagemütter, con tutto il rispetto per queste ultime». Replica Deeg: «Ma Tagesmütter e microstrutture offrono una flessibilità di servizi cui gli asili nido dovrebbero aspirare». Randi racconta: «Questo progetto è partito anni fa con l’assessore Theiner e lo porta a compimento Waltraud Deeg. Gli scontri sono stati pesantissimi. D’altronde, se aumenti l’assegno per i bambini fino a 36 mesi da 100 a 200 euro al mese, incanalando milioni e milioni in questo capitolo, è ovvio che da qualche altra parte devi tagliare». Replica Deeg: «No, il finanziamento provinciale ai servizi per l’infanzia resta invariato anche per i nidi». Non c’è ancora una delibera approvata, ma questo sembra contare poco. «Ci stiamo muovendo in base alla legge 8 del 2013 sui servizi all’infanzia», spiega Waltraud Deeg, «È stata applicata ormai largamente. I nidi sono uno dei tasselli mancanti. Dal gennaio 2014 sono entrate in vigore le tariffe su base oraria per le strutture della prima infanzia come Tagesmütter e microstrutture, cioè i due terzi dei bambini-utenti, anche a Bolzano e nelle altre città. Mancano ora gli asili nido. Come posso dire a una madre di Chiusa che è giusto che lei paghi più di una famiglia che utilizza un asilo nido?» . La periferia ha esigenze diverse della città, perché diverse sono la struttura sociale e le abitudini di lavoro delle famiglie. L’assessora non pensa che a Bolzano una coppia di lavoratori o una madre single abbia bisogno di più ore di assistenza per i bambini rispetto a una famiglia nelle valli? «È già iniziato a Bolzano il fenomeno di spostamento dagli asili nido alle Tagesmütter e microstrutture», risponde Deeg, «Capisco che ci siano dei timori nelle strutture, le incoraggio a diversificare l’offerta». E i costi? «È vero che aumenteranno nelle fasce più alte ma, insisto, le famiglie che utilizzano gli altri servizi per l’infanzia sono già passate alle tariffe orarie. Non possiamo creare discrepanze». Nel 2014 su 3660 bimbi fino a 36 mesi affidati a servizi, 709 erano negli asili nido. La tariffa oraria va 90 centesimi/ora per i redditi minimi a 3,65 euro/ora. Attualmente le tariffe dei nidi vanno da 7 a 17 euro al giorno, pari a 147-357 euro al mese, calcolando una media di 21 giorni. Con 3,65 euro all’ora, la retta mensile per otto ore al giorno salirà a 613 euro. E l’obiezione della diversità pedagogica del servizio offerto? «Naturalmente si punterà sulla formazione delle Tagesmütter», risponde Deeg. C’è poi il tema, non esplicitato ufficialmente, dei costi di Bolzano, superiori agli altri grandi centri altoatesini.

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