Degrado in Piazza Erbe a Bolzano: «Ora dateci le telecamere»

«È trascorsa tutta l'estate, ma nessuno si è degnato di risponderci», commenta irritato Pippo Mainone, portavoce dei titolari di bancarelle in piazza


Davide Pasquali


BOLZANO. Piazza Erbe: esercenti e abitanti dicono basta agli atti di vandalismo, al degrado, ai recenti atti di violenza. A maggio, in un'accorata lettera a sindaco, presidente della Provincia e forze dell'ordine, avevano chiesto un intervento. Ma sinora nessuno ha risposto. E adesso monta la rabbia.
Gli abitanti e gli esercenti di piazza Erbe non ce la fanno più. Anzi, per meglio dire: non ce la fanno più da molto tempo. Tanto che sono sempre più i residenti che si trasferiscono altrove per trovare almeno la pace notturna. A fine maggio - esasperati dai continui atti di vandalismo e dallo stato di degrado in cui versa la piazza, specie in orario notturno, nei finesettimana - commercianti e abitanti avevano scritto una accorata lettera al sindaco Spagnolli, spedita per conoscenza anche al presidente Durnwalder e ai rappresentanti delle forze dell'ordine. Sostanzialmente, si chiedeva maggior tutela per la piazza e l'installazione di un sistema di videosorveglianza, che servisse in primo luogo da deterrente per i comportamenti incivili e, secondariamente, per identificare e punire gli autori di atti di vandalismo o peggio. Nella lettera ci si chiedeva: «Cosa si aspetta ad intervenire? I primi feriti? Peggio?».
«È trascorsa tutta l'estate, ma nessuno si è degnato di risponderci», commenta irritato Pippo Mainone, portavoce dei titolari di bancarelle in piazza. «Purtroppo siamo stati dei profeti. Perché oltre alla inciviltà e agli atti di vandalismo, sempre più diffusi, nell'ultimo mese in piazza e negli immediati dintorni sono capitati diversi atti violenti. Nell'ordine: prima hanno pesantemente sfregiato un ragazzo in via Streiter; in seguito un nostro collega è stato addirittura accoltellato e derubato di 700 euro nel parcheggio sotterraneo in via dei Vanga; infine, le bottigliate in testa venerdì notte. Noi lo avevamo scritto nero su bianco, che le cose stavano via via peggiorando, ma nessuno ci ha dato retta. Ora ne abbiamo le tasche piene».
E non sono soltanto i titolari delle bancarelle, a lamentare una situazione insostenibile, ma pure i baristi, come Daniele Turrina, del Downtown: «Le serate davvero difficili per fortuna sono una ogni due o tre settimane, ma non è possibile che come gestore io a volte abbia paura di parlare con qualcuno dei miei avventori. C'è chi, su di giri per l'alcol, si ferma a bere sui tavolini esterni del mio bar e se li mandi via rischi grosso. Le bevande se le portano da casa, come il 99% di chi crea problemi in piazza. E siamo noi a dover pulire, compresi bottiglie e lattine di bevande che non vendiamo noi. Questo non è corretto, non è giusto». Le telecamere? «Non mi piacciono, ma possono servire. Sto per installarle addirittura nel mio bagno al piano di sotto».
D'accordo sull'uso delle telecamere anche Birgitta Puustinen, titolare di vineria e annesso negozio di specialità. «Ben vengano, ma solo se poi si agirà di conseguenza. Cioè se serviranno per identificare e in qualche modo punire chi trasgredisce».
Infine il fronte di chi non ce l'ha più fatta: abitava in piazza, se n'è andato. Il macellaio Gottfried Egger: «Io non me lo posso permettere, ma mio fratello, con due bimbi, ha deciso di trasferirsi altrove: qui in estate non si dorme più». Idem Sonia Ebner, stand dei würstel: «È sempre peggio. Mica puoi telefonare tutte le sere a 112 o 113. Trasferirsi è una necessità. Almeno per chi è in affitto, perché se è casa tua... Se hai comprato, casa tua non vale più niente». Conferma la cliente Diana Fister: «Anche io mi sono trasferita».

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