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Degrado in via Cappuccini, l’allarme dei residenti

La riqualificazione del parco dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno prossimo, ma nonostante i luoghi di cultura aumentano spaccio e prostituzione


Aliosha Bona


BOLZANO. Le iniziative culturali al Centro Trevi, le letture alla biblioteca Claudia Augusta e gli spettacoli al Teatro Stabile fanno solo da contorno a una zona ricca di degrado.

La battaglia nei pressi del Parco dei Cappuccini per il decadimento di un luogo ricco di storia prosegue in verità da anni. Di interventi ne sono stati fatti. Se ne continueranno a fare. Come la riqualificazione dello stesso parco: la Provincia investirà 1,3 milioni di euro per dei lavori che dovrebbe concludersi entro il 2023.

Ma difficilmente la messa in sicurezza dell’affresco – legato alle origini dell'Ordine e del Convento – la nascita di un bistrò e di un punto di ristoro potranno abbattere un deterioramento sociale diffuso da tempo. È tornata a parlarne con forza Maria Lo Russo, responsabile del centro Vintola, una che con i giovani ci lavora tutti i giorni. E non si dà pace del fatto che il degrado di zona sia poi anche quello dei singoli ragazzi. «La situazione sta peggiorando di anno in anno», ammette Lo Russo, che vive nei pressi del Centro Trevi e quotidianamente tocca con mano la realtà dei fatti, «Nella zona della scuola tedesca, tra via Isarco e via Cappuccini, i ragazzi si fanno di crack sui gradini della struttura. Non è una bellissima scena, soprattutto se passi con un bambino. Nel Parco dei Cappuccini capita che la gente faccia i propri bisogni, mentre dietro il teatro ci sono ragazze giovani che si prostituiscono».

Descrizione da brividi, che rispecchia in gran parte il punto di vista dei residenti. «Ciò che mi spaventa di più è il giro di droga che si diffonde alla luce del sole», prosegue Lo Russo, «Le forze dell’ordine lo sanno, a volte vengono e cercano di evitare problemi. Ma il problema vero non è la singola sera, è la situazione generale che deve far pensare, in un posto che tra l’altro dovrebbe essere fulcro di cultura. Non vorrei che succedesse qualcosa di eclatante e poi rimanessimo sorpresi».

Il motivo dello sfogo di Lo Russo vuole in realtà avere una funzione costruttiva, non di sterile polemica. Un grido per aiutare le persone in difficoltà e trasformare la zona in un punto culturale, dove poter rimanere anche oltre il singolo evento o spettacolo: «Gli abitanti», conclude, «si stupiscono del fatto che questa parte di Bolzano non venga sfruttata meglio.

Il teatro è un luogo di cultura, ma potrebbe servire anche per fare comunità, bevendo qualcosa al bar di fronte per esempio. Non vedo la volontà politica di farlo in questo momento». I lavori di riqualificazione del Parco dei Cappuccini dovrebbero cominciare al più tardi nella primavera del prossimo anno.













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