Degrado, Palazzo della Regione «blindato» 

Trento, la proposta a di Ossanna (Patt): piazza Dante è pericolosa, una vetrata sulla facciata di Libera


di Sandra Mattei


TRENTO. «Blindare» il palazzo della Regione a Trento con una vetrata, per proteggerlo dal degrado di piazza Dante. La proposta è stata presentata ieri, con tanto di rendering, da Lorenzo Ossanna, nella doppia veste di vicepresidente del consiglio regionale e di consigliere del Patt, che ieri ha lanciato la sua battaglia contro il degrado e contro le tossicodipendenze. Anche se a fine legislatura, Ossanna si sente in dovere di dare un messaggio nella difesa del decoro del palazzo della Regione, che si trova al centro di una delle aree frequentate da spacciatori e nullafacenti, con il conseguente degrado che ne deriva. È per questo che ieri mattina si è presentato all’entrata del palazzo che sorge di fronte ai giardini di piazza Dante, accompagnato dalla psicologa Patricia Lanziano Broz, consulente per anni della polizia colombiana in materia di tossicodipendenze e ora tornata a vivere in Trentino.

«Voglio dare un segno concreto», ha esordito Ossanna, «per salvare il decoro del palazzo della Regione, che è il simbolo delle istituzioni. Non possiamo tollerare che venga preso di mira da persone che sporcano e schiamazzano, nel migliore dei casi, e che spacciano nel peggiore. C’è anche un problema di sicurezza nei confronti dei dipendenti che lavorano all’entrata e che sono oggetto di atti intimidatori». La soluzione per il vicepresidente del consiglio regionale è delimitare con una barriera di plexiglas l’entrata al palazzo progettato da Adalberto Libera, esponente dell’architettura razionalista. Certo, ammette il vicepresidente, il palazzo è tutelato dalla Soprintendenza ai Beni culturali, perciò il progetto dovrà essere approvato. Ne ho già parlato con il presidente del consiglio regionale Thomas Widmann e spero che possa andare in porto». Concepito dal progettista come un palazzo aperto, costruito com’è con un piano terra tutto a vetrate, ora questa concezione architettonica mette a rischio chi vi lavora, perché si può accedere all’interno senza problemi. «Ho già provveduto un anno fa a mettere una porta scorrevole, che può bloccarsi dall’interno, per evitare intrusioni sgradite, ma il problema di chi staziona, sporca e lascia rifiuti, esiste soprattutto all’esterno», insiste Ossanna. E per ribadire l’impegno contro lo spaccio, il consigliere intende presentare un disegno di legge sulle tossicodipendenze, affidandosi all’esperienza di Patricia Lanziano Broz, che ha elaborato di recente un’analisi della situazione a livello internazionale e locale.

«In Colombia ho collaborato con la polizia e anche con la Dea», riferisce la psicologa di origini trentine, «e sono convinta che la lotta alle tossicodipendenze vada affrontata soprattutto a scuola, perché l’età in cui si assume la marijuana è sempre più bassa. In Trentino ci sono casi anche di 9 anni. È necessario creare uno spazio dentro la scuola, un tempo destinato per il confronto con i ragazzi, dove ci sia chi li ascolti. Il modo migliore per parlare di tossicodipendenze, ma anche di cyber bullismo è un modello preventivo - resiliente, con protagonisti altri coetanei, formati per saper ascoltare e cogliere i segnali dei ragazzi che si perdono». (s.m.)

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