Il caso

Dehors a Bolzano, stretta in tutta la città 

Sedie e tavolini, vincolante il parere della Soprintendenza. Via agli incontri tra Comune e categorie.  I titolari: impossibile riportare tutto all’interno ogni sera



BOLZANO. «Non capiamo: dopo due anni di pandemia e crisi, quasi zero turisti in giro, la gente che non esce volentieri da casa per chiudersi dentro, rincari esagerati delle bollette energetiche, affitti sempre elevati, ora che sta per arrivare la bella stagione anche le restrizioni sui Biergarten, i posti più sicuri, all’aperto? Vogliono per caso farci chiudere?» È il pensiero comune dei titolari di locali.

C’è infatti grande preoccupazione fra gli esercenti, non solo del centro, per le restrizioni imposte ai dehors di bar e ristoranti dai Beni culturali. Ne è consapevole l’assessora comunale Johanna Ramoser, che nei prossimi giorni avvierà una serie di incontri con le associazioni di categoria per cercare una soluzione condivisa.

Ma intanto, nel concreto, stanno fioccando le lettere vergate dai funzionari delle Attività economiche: per tavolini, sedie, panche, ombrelloni, tende e quant’altro va presentata corposa documentazione, che dovrà essere approvata dall’ufficio provinciale Beni architettonici ed artistici. Nel frattempo, per chi non ha presentato istanza a inizio anno, in attesa delle indicazioni è tutto sospeso: non si può occupare il suolo pubblico.

«Stiamo avviando un processo partecipativo» chiarisce Ramoser. «Vogliamo sentire le esigenze degli esercenti, vedere se possiamo venirci incontro, trovare una mediazione equilibrata». Ma l’assessore non nega che l’intento sia introdurre dei correttivi ai dehors per migliorare l’aspetto della città, «tutta, non solo il centro».

Per ora, però, i funzionari applicano alla lettera: il parere delle Belle arti è vincolante. Certo, magari ci saranno dei margini di manovra, ma per ora non si sa quali siano e all’orizzonte si vedono soltanto restrizioni. Come al Romagnolo di piazza Matteotti. Si voleva fare una cosa carina, a regola d’arte: pedana, ombrelloni. Niente, meno male che prima di ricevere l’ok non si è investito come invece purtroppo hanno fatto tanti altri. Le autorizzazioni ora stanno anche arrivando, ma in ritardo e con forti prescrizioni. Al Torchio, pochi tavolini su via Museo, si è impedito di mantenere piccole fioriere e si è imposto di cambiar colore a pali e tende. In questi casi non è che puoi pitturare coi pennarelli: si butta via e si deve ricomprare tutto. Finora, spiegano i titolari dei locali, il Comune rilasciava concessioni della durata di un anno, in maniera tale da poter intervenire in casi complicati, ma finora i dehors avevano contribuito a rendere più attraente la città.

Togliendo tutto o quasi come in piazza Walther, questa la domanda provocatoria degli esercenti, si è per caso migliorata l’estetica? No, è diventata triste. Non è tanto un problema dei baristi. Lo è soprattutto per i bolzanini e ancor più per i turisti: cercano un’esperienza carina in un ambiente carino, cercano lo stile italiano, se gli si butta lì quattro tavolini... Mirco Benetello, Confesercenti, si limita a questo commento: «Riteniamo che questo tipo di arredi siano un contributo positivo per la città. Una cosa è uniformare, e al limite ci può pure stare, un’altra è smantellare strutture che rendono migliore l’accoglienza in città».

Luca Bonato del Romagnolo spiega invece: «Stiamo chiedendo delucidazioni, perché si è capito che ci saranno delle restrizioni ma il tutto non è molto chiaro». In Ztl sono arrivate comunicazioni. Pare non si possano tenere tavoli di servizio esterni se non a 50 metri dal locale, ma a molti sembra una follia. «La cosa più preoccupante è questa: all’aperto si chiede vengano usati materiali di un certo tipo, come le sedie di metallo, m a poi si pretende - così pare - che alla sera si debba ritirare tutto dalla piazza. Ma un conto è spostare sedie di plastica, un altro quelle di ferro. Hanno pensato all’impegno che comporterebbe? Non riesco a capire questo rigore, è quasi inspiegabile. Nel resto d’Italia ci sono recinzioni, fioriere, pedane, tendoni. Serve un buon servizio, altrimenti si penalizza, specie il turismo. Che senso ha vietar le fioriere in via Museo? Vogliono ombrelloni leggeri, posticci, che magari basta un colpo di vento per farli volar via? Se poi capita qualcosa, chi paga?» DA.PA.

 













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