Delitto del Virgolo: «Omicidio volontario»

La Procura sta per concludere la seconda fase dell’inchiesta. La vittima non era in grado di difendersi



BOLZANO. Per il delitto di Werner Hofer (ucciso sulla strada che conduce al Virgolo la sera del 17 marzo dello scorso anno) la Procura della Repubblica ha sposato in pieno la tesi dell’omicidio volontario. Gli atti sono tornati al pubblico ministero Luisa Mosna dopo la decisione del giudice Silvia Monaco di ritenere non corretta l’imputazione con cui si era affrontato il primo procedimento penale e cioè l’omicidio preterintenzionale. Per sostenere la nuova contestazione penale, il pubblico ministero ha deciso di affidarsi ad una super consulente, la dottoressa Gabriella Trenchi di Verona, che dovrebbe fornire nei prossimi giorni una ricostruzione dettagliata della dinamica e dei colpi inferti alla vittima da Michele Calculli, l’imputato, attualmente ancora agli arresti domiciliari con permesso di recarsi quotidianamente al lavoro. Si tratta di una consulenza per lo più cartacea, cioè basata sulla valutazione di referti autoptici sulle cause di morte di Werner Hofer e sulle lesioni riscontrate sul suo corpo. Un lavoro non facile. Proprio qualche giorno fa la dottoressa Trenchi ha chiesto al pubblico ministero una proproga di due settimane per la consegna dell’elaborato alla cui stesura sta partecipando, per lo meno a titolo di continua verifica e controllo, anche il consulente della difesa. A meno di clamorosi ed inaspettati esiti della consulenza, il pubblico ministero Luisa Mosna sembra ormai convinta di procedere con l’accusa di omicidio volontario per dolo eventuale. In sostanza il magistrato è convinto che Calculli non potesse non rendersi conto che prendere a sprangate una persona (con tutte le proprie forze e con un piede di porco in ferro) avrebbe potuto anche avere conseguenze mortali. L’imputato, accecato dall’ira, avrebbe deciso di colpire ugualmente accettando di correre il rischio di uccidere. C’è anche un altro particolare importante emerso dalle indagini. Werner Hofer, al momento del pestaggio, sarebbe stato ubriaco e si sarebbe trovato in una condizione di minorata difesa.

In sostanza non avrebbe avuto neppure la possibilità di tentare una reazione e difendersi. L’attenzione del magistrato è rivolta anche al comportamento di Michele Calculli dopo l’aggressione ed il pestaggio. Successivamente ai fatti per due volte Calculli ritorno sul luogo del regolamento di conti notando Werner Hofer immobile, dando però l’allarme in ritardo. (ma.be.)

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