Delitto di Favogna tre verità a confronto davanti al giudice

L'omicidio di Favogna rischia di diventare un vero e proprio rompicapo processuale. Non solo per la conclusione del perito (non condivisa dalla Procura) sulle condizioni psichiche dell'omicida


Mario Bertoldi


BOLZANO. L'omicidio di Favogna rischia di diventare un vero e proprio rompicapo processuale. Non solo per la conclusione del perito (non condivisa dalla Procura) sulle condizioni psichiche dell'omicida, ma anche per gli scenari che si stanno delineando nell'ambito di una corretta ricostruzione di quanto avvenuto. Il procedimento avviato con l'ipotesi di accusa di omicidio volontario è aperto ad ogni soluzione processuale, comprese le ipotesi (in un primo momento apparse un po' suggestive) dell'omicidio preterintenzionale e dell'omicidio colposo.  Come noto sotto inchiesta, accusata di aver ucciso con una coltellata in pieno petto il proprio ex fidanzato, c'è una giovane donna ucraina, Maryana Kaminska di 20 anni che non nega assolutamente di essere la responsabile del colpo di coltello mortale, ma continua a ripetere di non aver avuto alcuna intenzione di ammazzare il suo ex ragazzo e di non riuscire ancora oggi a capire cosa possa essere accaduto. Come abbiamo riferito qualche giorno fa, il professor Luciano Magotti (psichiatra forense di Milano specializzato in criminologia clinica), in qualità di perito incaricato di valutare le condizioni mentali della giovane indagata, ha concluso il suo elaborato sostenendo che al momento dei fatti la donna non sarebbe stata in grado di intendere e di volere. Una conclusione che apre la strada, sotto il profilo forense, alla dichiarazione di non imputabilità della giovane. Ma il quadro che è andato a delinearsi nelle ultime settimane non prevede solo questa ipotesi di soluzione processuale. In effetti la conclusione del professor Magotti non è condivisa dalla Procura che ha annunciato battaglia in occasione della prossima udienza fissata per il 26 maggio. In quella occasione il giudice Carlo Busato sarà chiamato a valutare altre due «verità» che hanno assunto credibilità processuale nelle ultime settimane, quella dell'omicidio preterintenzione e, addirittura, dell'omicidio colposo. Tutto è legato a quanto un secondo perito nominato dal giudice andrà a rivelare in merito alla dinamica dell'accoltellamento. Si tratta del professor Antonio Osculati dell'Università dell'Insubria di Varese. Le conclusioni di questa seconda perizia decideranno il processo a carico di Maryana Kaminska che ha sempre ripetuto di non essersi avventata contro l'ex fidanzato ma di aver impugnato il coltello come strumento di difesa mentre l'ex fidanzato si avvicinava sfidandola a colpirlo se avesse avuto il coraggio di farlo. Il perito dovrà valutare proprio questa presunta «posizione passiva e difensiva» della ragazza.  In altre parole non è escluso che possa essere stato l'ex fidanzato a finire sulla lama del coltello (rimanendo infilzato) nel tentativo di avvicinarsi alla donna nonostante gli avvertimenti della stessa. Ecco perchè al momento nessuna conclusione processuale può essere scartata, comprese le ipotesi dell'omicidio preterintenzionale o dell'omicidio colposo. Sarà decisivo il profosser Osculati.

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