Delitto di Tesimo: Cecilia, ferita, ha cercato di scappare

Il marito l'ha prima ferita a una spalla, poi il colpo decisivo al cuore. Seuqestrati in casa quattro fucili. Il movente ora appare chiaro: lei lo voleva lasciare



di Susanna Petrone

BOLZANO. Da fuori sembravano una coppia normalissima, con una casa grande, i fiori sul balcone, un giardino curato e un gattino che girava nel cortile. Ma era solo una facciata. Le tensioni che stavano sfasciando il matrimonio si potevano intravedere solo entrando nella loro abitazione, un po’ “trasandata” e lasciata a se stessa. Ed è in quella casa, il maso «Kircher», da sempre della famiglia Weiss, che Cecilia, 47 anni, è stata uccisa a colpi di fucile da suo marito Erich Windegger, 48 anni.

L’uomo che aveva sposato 25 anni fa. L’uomo con il quale aveva avuto tre figli. E soprattutto, l’uomo dal quale, sembra volesse allontanarsi, perché sentiva che dentro di lei era cambiato qualcosa. Una decisione difficile che le avrebbe dovuto ridare una nuova vita, ma che si è conclusa con un colpo d’arma da fuoco dritto al cuore.

LA RICOSTRUZIONE E’ venerdì 19 agosto. Sono le 16.30. A Tesimo, un paesino di quasi 2 mila abitanti sopra Nalles, fa caldo. Troppo caldo. Christian, il figlio più piccolo della coppia Windegger, ha 16 anni. Chiede ai genitori di poter uscire con gli amici per andare in piscina. Quando va via tutto sembra a posto. Più tardi confiderà ai carabinieri che mamma e papà era un po’ di tempo che litigavano. Ma si trattava sempre solo di piccole “scaramucce”. Nulla di grave.

Sono le 18. Ramona, la secondogenita di Cecilia ed Erich, ha 17 anni. Sta studiando per diventare estetista e per questo motivo decide di salire in mansarda, dove vive zio Ulrich (fratello di Cecilia) con la moglie e la cugina. Ramona vuole provare un nuovo prodotto per unghie sulle donne di casa.

Quando esce dalla porta, i genitori sono seduti davanti alla tv. Mamma e papà sono tranquilli. Il figlio maggiore, Hubert, 25 anni, vive da un po’ di tempo al piano di sopra insieme ai nonni materni. È fuori casa da tutto il giorno.

LA TRAGEDIA Pochi istanti dopo le 19.30 arriva una chiamata al 118. La voce dall’altra parte del telefono è di un uomo. E’ terrorizzato. Piange. Dice che c’è sangue ovunque. Che sua sorella e suo cognato sono riversi a terra. Immobili. Dice che accanto a Hubert c’è anche il fucile. E’ ricoperto di schizzi rossi.

Pochi istanti e arrivano i soccorritori, seguiti dai carabinieri. Quello che vedono non lo dimenticheranno mai: i capelli biondi della donna sono ricoperti di sangue. Il corpo dell’uomo è in condizioni peggiori. Il medico d’urgenza può solo confermare che entrambi sono morti. I carabinieri capiscono subito cosa è accaduto: omicidio-suicidio. Sul posto arrivano gli esperti del nucleo investigativo e della scientifica, e i soccorritori dell’assistenza spirituale. Sono le 20.

LE TESTIMONIANZE I militari giunti sul posto sigillano il salotto della famiglia Windegger. I tre figli vengono tutti portati di sopra. Il primo ad essere sentito è zio Ulrich, fratello di Cecilia. E’ lui che ha dato l’allarme. L’uomo, ancora sotto choc, dirà al sostituto procuratore Daniela Pol di avere udito due colpi d’arma da fuoco. Mentre scendeva per le scale, poi, il terzo colpo.
Gli inquirenti sospettano che Cecilia, vedendo arrivare il marito armato, abbia cercato di sfuggire alla prima fucilata, venendo ferita ad una spalla.

Il secondo colpo, invece, sarà fatale. Il marito le spara con uno dei suoi quattro fucili calibro 12 dritto al cuore. Ricarica l’arma, punta il fucile dal basso verso l’alto, sotto la gola. E tira il grilletto.  Il fratello di Cecilia confermerà che i due, prima dei colpi di fucile, stavano litigando. Poi tocca ai tre figli della coppia parlare con i carabinieri: i ragazzi raccontano che i genitori bisticciavano di tanto in tanto, ma di non avere mai notato alcun tipo di aggressività da parte del padre nei confronti della madre. I carabinieri parlano anche con i vicini di casa che aspettano fuori maso «Kircher», increduli. Alcuni confermeranno che Cecilia aveva deciso di prendersi una pausa. Altri invece diranno che non è possibile che Erich abbia ucciso «Cilli».

GLI INQUIRENTI
E’ passata l’una di notte. I corpi dei coniugi Windegger vengono portati via dagli uomini delle pompe funebri. Verranno poi consegnati all’anatomopatologo dell’ospedale San Maurizio di Bolzano per l’autopsia disposta dal magistrato. Nel frattempo i carabinieri del nucleo investigativo sequestrano le armi di Erich, appassionato cacciatore da sempre. Complessivamente l’uomo teneva in casa quattro fucili da caccia e una pistola. Sul posto arriva anche il comandante provinciale dell’Arma Andrea Rispoli, che uscendo dalla casa dove è avvenuta la tragedia dirà soltanto: «E’ una cosa molto triste la scena alla quale abbiamo dovuto assistere questa notte».

LA VITA IN PAESE Il giorno dopo la tragedia tutta Tesimo è sconvolta. Gli abitanti non riescono a credere che una famiglia sia stata distrutta in modo così assurdo. Erich era sempre stato al centro delle feste di paese. Lavorava presso l’azienda di costruzioni «Atzwanger» a Bolzano, ma le sue grandi passioni erano la caccia e la banda del paese della quale faceva parte da anni. Cecilia, invece, aveva due lavori: impiegata presso l’amministrazione dell’ospedale di Bolzano e come cameriera in un albergo di Postal. Quando era a casa curava il padre malato che vive al piano di sopra. I genitori della donna sono molto conosciuti a Tesimo: la madre di Cecilia aveva ricevuto una medaglia dopo aver svolto per anni il ruolo di perpetua, mentre il padre era stato l’organista della chiesa.













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