Di Fede: «Fiducia in Gigi» Il Pd difende il sindaco

La segretaria: come amministratrice so che ogni nostro atto è sotto i riflettori I dubbi di Margheri (Sel): «Rischiamo di avere un candidato dimezzato»



BOLZANO. Non c’è il rinvio a giudizio e non si sa se arriverà. In questo limbo giuridico i vertici del Pd fanno quadrato attorno al sindaco Luigi Spagnolli, candidato in pectore per il terzo mandato. La notizia dell’avviso di conclusione indagini sul raddoppio del Twenty non lascia tuttavia indifferente un partito che probabilmente aveva scommesso sul proscioglimento secco di Spagnolli per iniziare senza intoppi la campagna elettorale. Spagnolli ritiene che questa situazione condizionerà la sua candidatura o la campagna elettorale? «Non so ancora se sarò candidato», risponde Spagnolli, che ieri non ha voluto rilasciare dichiarazioni, preferendo delegare ogni chiarimento al suo avvocato.

La segretaria del Pd Liliana Di Fede commenta la notizia con l’esperienza dell’essere a sua volta sindaco: «Al momento questa è la situazione e posso solo dire che c’è assoluta fiducia verso Spagnolli. Da sindaco di Laives so che qualsiasi nostra decisione è esposta al fortissimo rischio di indagine. Ogni atto finisce sotto la lente di ingrandimento della magistratura, è normale che sua così. Non lo era quando ho iniziato a lavorare nella pubblica amministrazione, adesso lo è e tutti noi lo sappiamo». La maggioranza del Pd sapeva che Spagnolli è indagato, quando lo ha scelto come proprio candidato. Non risulta al momento che esista un piano B. Roberto Bizzo, colui che vorrebbe sfidare Spagnolli alle primarie, anticipa che non userà la vicenda giudiziaria come arma contro l’avversario: «No, non lo farò». Nel centrodestra invece la cronaca giudiziaria viene letta con attenzione. «È una brutta notizia per tutti noi del Pd», è il commento di Mauro Randi, presidente della assemblea del Pd e alleato di Bizzo, «immagino che questa storia verrà usata. Non da noi, ma dagli avversari».

Il più esplicito tra gli attuali alleati in Comune ieri è stato Guido Margheri (Sel): «Il rischio è avere un candidato dimezzato. Se scommettiamo sul non rinvio a giudizio prepariamoci comunque ai distinguo Svp e alla campagna giustizialista dei 5Stelle. Se non si vuole scommettere, resta il problema politico di presentarci con un altro candidato. Perché il rischio, visti i tempi della Procura, è di ritrovarci tra un mese in piena campagna elettorale con un'udienza preliminare che possa riguardare in prima persona Spagnolli. Che già ha sulle spalle la condanna della Corte di Conti per la vicenda delle sponsorizzazioni dei mondiali di Bressanone. E' un problema comunque che va affrontato subito e con chiarezza tra noi e il Pd anche se si decidesse di insistere su Spagnolli. Tutti devono condividere rischi e benefici di una scelta condivisa». (fr.g.)

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